LA CRUDELTÀ SUGLI ANIMALI, UN ORRORE SENZA FINE
L’unica terapia è il rispetto.
Sebbene l’amore e il rispetto per gli animali siano sentimenti diffusi tra i giovani, frutto di quella naturale empatia che i bambini hanno per gli animali, spesso sono proprio gli adolescenti a essere coinvolti in casi atti di crudeltà verso gli animali.
Il rispetto per gli animali si apprende in famiglia, “ma va anche insegnato nelle scuole”, dove spesso ancora manca una specifica educazione ambientale e di conoscenza delle esigenze etologiche degli altri esseri viventi. E questo nonostante gli sforzi di alcune associazioni, tra cui per esempio la Lav, la Lega antivivisezione, promotrice di programmi didattici nelle scuole italiane sin dal 1999 e artefice di un protocollo di intensa con il ministero dell’Istruzione per sensibilizzare alunni e docenti sul benessere degli animali.
Per concludere, è necessario che le violenze sugli animali siano perseguite e punite in modo esemplare e che, contestualmente, si lavori sulla prevenzione attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione volte a promuovere un corretto rapporto uomo-animale e la conoscenza delle leggi a loro tutela”.
Il maltrattamento è un reato
Con la Legge del 20 luglio 2004, n.189 (www.parlamento.it/parlam/leggi/04189l.htm) la crudeltà sugli animali è diventata in Italia un reato. Questo però non basta perché anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall’interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole (I.Montanelli).
Ogni cittadino testimone di reati di crudeltà verso gli animali ha il dovere morale di denunciarli.