Gatti & Cani da Oscar

Tra i tantissimi attori pelosi che hanno rubato la scena alle star del cinema, ne abbiamo scelti 12. Sei cani e sei gatti indimenticabili: da Rin Tin Tin all’italiano Shonik, da Gatto di “Colazione da Tiffany” a Sfigatto di “Mi presenti i tuoi?”.

 

Cominciamo questa carrellata con Sun Shonik, la nostra più grande star a quattro zampe. Addestrato da Massimo Perla, ha recitato in circa 70 film (anche con Francis Ford Coppola), fiction (“Il maresciallo Rocca”), e spot (con Fiorello). Ma la sua miglior interpretazione resta quella in “Cari fottutissimi amici” (1994) di Mario Monicelli.

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Il primo vero gatto attore della storia del cinema si chiamava Pepper (o “Pepper the Cat”) e debuttò sul grande schermo nel 1917 in “Are Waitresses Safe”. Ebbe una lunga e fortunata un carriera al fianco di star dell’epoca come Charlie Chaplin. Ma è Orangey, il gatto rosso Tabby, che vinse per ben due volte il Patsy Award, vero e proprio Oscar destinato agli attori con zampe e coda. Nel 1952 per la sua performance in “Il gatto milionario”, e nel 1962 consolando Audy Hepburn in “Colazione da Tiffany”
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La prima vera grande stella con zampe e coda (al pari del collie Lassie di “Torna a casa Lassie!”), è stato il pastore tedesco Rin Tin Tin. Una leggenda non solo in pellicola ma anche del tubo catodico. A partire infatti dal 1954 “Rinty” esordisce in tv con la serie “Le avventure di Rin Tin Tin”, convertendosi ben presto in un eroe dei telefilm western.
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Ecco il bellissimo siamese dagli occhi ipnotizzanti che rubava la scena alla diva Kim Novak nel film “Una strega in Paradiso” del 1958. Si chiamava Pyewacket e anche lui fu premiato nel 1959 con il Patsy Award.
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Asta è ritenuto uno delle prime star canine della storia della commedia in celluloide. È il Rough terrier della coppia di investigatori Nick (William Powell) e Nora (Myrna Loy), protagonisti dei film dedicati alle inchieste dell’Uomo ombra. Il primo lungometraggio della serie “L’uomo ombra” è del 1934.
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Tra i siamesi più famosi della storia del cinema “bestiale” c’è Syn Cat che vinse il Patsy Award nel 1966 per il film della Disney “FBI operazione gatto”. Non solo: si meritò anche una critica entusiastica dal “New York Times”.gatto-fbi.900x600

Toto è il Cairn terrier che si materializza sul grande schermo a fianco dell’allora sedicenne Judy Garland in “Il mago di Oz” (1939) diretto da Victor Fleming. Il suo vero nome era in realtà Terry (ed era una femmina), ma dopo il grande successo ottenuto in questo ultimo film la fama contribuisce a cambiare le sue generalità facendola passare alla storia del cinema sotto il nome attribuitogli sullo schermo.
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Il gatto più cattivo e inquietante della storia del cinema? «L’indimenticabile persiano Salomon che si faceva accarezzare dal perfido Blofeld (il capo della Spectre, NdR) in vari episodi dei film che vedono protagonista l’agente 007 James Bond» racconta lo storico del cinema Giuseppe Colangelo, nel libro “Miao, si gira!”. Per i cinofili cinefili ha pubblicato anche “Ciak, si abbaia!”.
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Hooch è il corpulento Dogue de Bordeaux, il cui vero nome è Beasley, che complica la vita al metodico e ordinato Tom Hanks in “Turner e il casinaro” (1989). Un cane estremamente indisciplinato, pasticcione e con la pessima abitudine di mangiare qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Davvero il cane più “casinaro” dello schermo, almeno fino a quando non è arrivato Beethoven…
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L’indimenticabile Beethoven è il cucciolo di San Bernardo che nell’omonimo film diretto nel 1991 da Brian Levant, si vede appioppare dalla famiglia che lo ha adottato il nome del grande compositore tedesco. Ma il quattro zampe è poco incline all’armonia melodica, preferisce piuttosto combinare un sacco di guai. O addirittura, nel remake “Beethoven 2” (1993), innamorarsi perdutamente della cagna Missy al punto da desiderare di mettere su famiglia. E che famiglia…
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Tonto è il felino rosso protagonista con Art Carney di “Harry e Tonto” (1974), che racconta una vicenda molto simile a quella rappresentata da Vittorio De Sica in “Umberto D.” del 1952 (dove al fianco del protagonista Carlo Battisti c’era il cane Flaik, altra grande star pelosa). La performance del felino Tonto è considerata dalla critica una delle migliori interpretazioni “di attore drammatico con baffi e coda”. Non solo infatti Art Carney vinse l’Oscar come migliore attore protagonista ma anche il micio Tonto venne premiato con il Patsy Award.
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In questa carrellata non poteva mancare Sfigatto, l’Himalaiyano interprete a fianco di Robert De Niro e Ben Stiller di “Ti presento i miei” (2000) e del sequel “Mi presenti i tuoi?” (2004).
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