Le malattie cardiache dei gatti
Una nostra amica ci ha chiesto di pubblicare questo articolo avendo avuto una brutta esperienza riguardo al caso trattato nella speranza che possa aiutare altre persone non trovarsi nella stessa situazione, un grazie di cuore.
Portate il vostro gatto a fare un controllo preventivo chiedendo espressamente al veterinario analisi specifiche.
Anche i gatti hanno un cuore e non solo in senso metaforico! Con il cuore non si scherza: anche i gatti, infatti, possono essere colpiti da insidiose malattie cardiache.
Le malattie cardiache nel gatto sono difficili da diagnosticare, dato che i sintomi più comuni (tosse, affanno, vomito, difficoltà respiratorie, perdita o aumento di peso, rigonfiamento dell’addome) non solo si riscontrano nel caso di altre malattie, ma sono anche subdoli e vaghi. Inoltre solo il 50% dei gatti, alla prima visita veterinaria, manifesta soffi o ritmo di galoppo, che indicano la presenza di una patologia cardiaca. Soltanto esami specifici possono dare una risposta chiara.
Le malattie cardiache possono interessare mici di ogni età, anche se alcune possono essere congenite. I gatti adulti possono essere predisposti, mentre per quelli anziani il rischio è maggiore.
Per individuare una malattia cardiaca il veterinario può utilizzare diverse tecniche diagnostiche per immagini: non solo radiografie o elettrocardiogrammi, ma anche ecocardiogrammi.
Le malattie del cuore più diffuse tra i gatti sono le cardiomiopatie: sono malattie caratterizzate da mutamenti funzionali e strutturali del miocardio. Si distinguono in primarie (cause sconosciute) e secondarie (dovute di solito a problemi metabolici, processi tossici o infettivi). In più, in base al tipo di deficit della funzione ventricolare, sono classificate in cardiomiopatia ipertrofica (HCM), dilatativa (DCM), restrittiva (RCM) e aritmogena del ventricolo destro (ARVC).
La cardiomiopatia ipertrofica è la più diffusa tra le malattie cardiache dei gatti. È caratterizzata da un ispessimento del miocardio e dalla riduzione del lume ventricolare. Vari i sintomi: vomito, debilitazione, affanno, tosse, mancanza di appetito, il gatto respira a bocca aperta e si accuccia ripetutamente (Quando vedete questi sintomi la malattia è già in stato avanzato). Colpisce gatti di tutte le età, ma alcune razze possono essere interessate più di altre (il Maine Coon o il Persiano ne sono affetti con maggiore frequenza). La cardiomiopatia ipertrofica, inoltre, può essere la conseguenza di altre malattie, come l’ipertiroidismo.
La cardiomiopatia dilatativa è dovuta alla carenza di un amminoacido, la taurina. Oggi è una malattia rara, dato che tutti gli alimenti per gatti che si trovano in commercio contengono un’integrazione di questo importante amminoacido.
La cardiomiopatia restrittiva è più rara, ma ha un’evoluzione più rapida. È caratterizzata da un irrigidimento delle pareti del miocardio, che non consente al sangue di fluire nel cuore.
La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è la più insidiosa tra le malattie cardiache, dato che può portare alla morte improvvisa il gatto, senza sintomi o segni di preavviso. Ha cause sconosciute ed è caratterizzata principalmente da un’infiltrazione grassa o fibroadiposa della parete del ventricolo sinistro.
Le cure per questo tipo di malattie saranno stabilite dal veterinario, in relazione allo stadio più o meno grave della malattia. I trattamenti possono essere a base di vasodilatatori, diuretici, Ace-inibitori, accompagnati da una dieta a basso contenuto di sale e da molto riposo. Nei casi più gravi potrà essere necessario l’intervento chirurgico.