Perché i nostri gatti presentano delle zone calve davanti alle orecchie?

Solitamente non c’è ne rendiamo neppure conto ma diversi nostri animali domestici, come i gatti, sono molto pelosi, tranne in alcune regioni specifiche del corpo. Una di queste è il padiglione auricolare interno, che convoglia le onde sonore verso l’orecchio interno.

Closeup of a cat dirty ear. Pets desease

Le ragioni biologiche legate a questo fenomeno sono diverse, ma i biologi hanno potuto approfondire la questione solo recentemente, sviluppando degli studi specifici che hanno affrontato anche il tema dell’evoluzione e della successiva domesticazione di questi animali.

Escludendo le razze completamente glabre, come lo Sphynx, per comprendere l’origine di questa caratteristica anatomica alcuni scienziati della Washington University di Saint Louis, tra cui Jonathan Losos – autore di “ The Cat’s Meow: How Cats Evolved From The Savanna To Your Sofa ” – hanno cominciato a comparare le orecchie dei nostri fidati gatti domestici con quelli dei loro grossi cugini selvatici, con il risultato che alcune specie sono risultate più simili fra di loro.

Il leone, la tigre e il giaguaro, per esempio, sono tutti raggruppati all’interno dello stesso gruppo (Pantherinae) e presentano molta peluria nelle orecchie, mentre i gatti selvatici africani (Felis lybica), i leopardi e le linci, che appartengono tutti alla sottofamiglia Felinae, presentano tutte una zona calva davanti alle orecchie, che li rendono più simili fra di loro.

Per quanto stiamo ancora studiando lo scopo e l’origine di queste zone calve” chiarisce Losos “la loro presenza nei gatti e nei felini di piccola-media taglia suggerisce che questa caratteristica potrebbe essere il risultato della selezione naturale e che tali zone sono vantaggiose per i felini di piccole dimensioni durante la caccia”.

Per quanto infatti la pelliccia sia utile per isolare termicamente il proprio corpo e permetta anche a questi animali di mimetizzarsi, nel fitto della foresta o nel cuore del loro habitat, disporre di molti peli all’interno delle orecchie potrebbe non essersi dimostrato funzionale per predatori di tali dimensioni, divenendo un problema trascurabile per i leoni e gli altri grossi predatori, quando hanno sviluppato metodi di caccia più complessi o raggiunto dimensioni superiori.

Oggi d’altronde sappiamo che i grossi felini cacciano in maniera differente rispetto i gatti e i loro più vicini parenti” chiarisce un’altra biologa che si è interessata a questo argomento, Judith Stella , scienziata del benessere degli animali presso la Purdue University.A differenza dei leoni, i gatti possono sentire gli ultrasuoni, emessi dai roditori di cui si nutrono. Forse la mancanza di pelo aiuta quindi a focalizzare il cervello di questi predatori sulle onde sonore emesse dalle loro prede, che vengono canalizzate verso il timpano dall’orecchio esterno e medio.”

Assumendo inoltre minori dimensioni rispetto alle altre specie, orecchie più piccole potrebbero comportare a dei problemi di ascolto, qualora l’organismo non avesse già eliminato i peli di troppo su tutta la superficie del padiglione auricolare.

“È anche possibile che questo tratto anatomico si sia evoluto per un motivo casuale e che solo successivamente sia divenuto vantaggioso” ha affermato Losos. “Forse queste aree calve sono state perfino favorite dalla selezione sessuale delle specie o per rendere più semplice la comprensione di un messaggio sonoro fra gli esemplari della stessa specie “.

Nel loro studio gli scienziati non sono ancora riusciti a formulare un’ipotesi definitiva che possa spiegare la scomparsa della pelliccia da un lato delle orecchie, ma è indubbio che questo fenomeno abbia aumentato la qualità dell’udito di questi animali.

Tramite lo sviluppo dell’udito, potrebbero anche aver aumentato le proprie capacità cognitive, come affermo uno studio che mette in risalto la cognizione di questi animali.