10 Domande e 10 Risposte sui gatti
Perché un gatto fa le fusa?
La risposta appare abbastanza scontata: perché è soddisfatto. In realtà, ripetute osservazioni hanno dimostrato che i gatti fanno spesso le fusa, a lungo e rumorosamente, anche quando soffrono, sono feriti, partoriscono e perfino quando sono in punto di morte, tutte situazioni in cui non si possono certo ritenere soddisfatti. In realtà, facendo le fusa, il gatto comunica uno stato d’animo amichevole: per esempio, se è ferito, può trattarsi di un segnale inviato al padrone per chiedere aiuto o per ringraziarlo delle attenzioni ricevute.
I gattini fanno le fusa già a una settimana di vita, mentre vengono allattati. In questo caso il tipico “ron ron” serve a far sapere alla madre che tutto va per il meglio e che il latte sta arrivando regolarmente a destinazione. Mamma gatta, a sua volta, fa le fusa per comunicare che anche la sua è una situazione di rilassamento e benessere.
Le fusa non sono altro che una specie di respiro pesante: a ogni inalazione ed esalazione, l’aria passa sulle cosiddette “pieghe vestibolari” o “false corde vocali” (situate nella laringe accanto alle vere corde vocali) facendole vibrare; la ritmicità del suono è dovuta alla contrazione dei muscoli della laringe che, per trenta volte al secondo, interrompono il flusso d’aria
Perché il gatto si struscia contro le gambe in segno di saluto?
Per stabilire con voi un rapporto amichevole, ma non solo per questo. Di solito inizia il cerimoniale di saluto premendo contro di voi la parte superiore della testa o un lato del muso, quindi prosegue strusciando tutto il fianco contro la vostra gamba, intorno alla quale, infine, attorciglia leggermente la coda. Poi vi guarda e ripete l’operazione, spesso per molte volte. Se vi chinate ad accarezzarlo, accentua il suo comportamento, magari premendo il lato della bocca contro la vostra mano, o dando un colpetto con la testa verso l’alto. Infine, esaurito il rituale, si allontana, si siede e inizia a leccarsi i fianchi.
Tutte queste azioni mirano essenzialmente a realizzare con l’uomo uno scambio di odori. L’animale infatti è dotato di ghiandole odorifere situate sulle tempie, ai lati della bocca e alla radice della coda. Senza che voi ve ne siate resi conto, il gatto vi ha trasmesso l’odore prodotto da queste ghiandole: è importante per lui che gli amati membri della sua famiglia condividano il suo odore, perché in questo modo si sente più a suo agio in mezzo a loro.
Per il gatto, inoltre, è molto importante anche “leggere” i nostri segnali odorosi. Cosa che fa quando, dopo avere strofinato il fianco contro la nostra gamba, si siede e “assaggia” il nostro odore con la lingua, leccandosi la pelliccia che ne è impregnata.
Perché i gatti bevono l’acqua sporca?
Alcuni proprietari di gatti hanno notato con una certa preoccupazione che i loro amati felini sembrano avere una passione per l’acqua di pozze e pozzanghere. Questo, nonostante abbiano sempre a disposizione una ciotola di acqua pulita. Perché si comportano in questo modo?
Vi sono due fattori da prendere in considerazione. In primo luogo l’acqua del rubinetto di solito viene sottoposta a forti trattamenti chimici e spesso contiene così tanto cloro da avere un odore caratteristico che risulta insopportabile al fine odorato del gatto. Oppure, peggio ancora, la ciotola può essere stata pulita con qualche detersivo: è un’abitudine comunque negativa anche per le ciotole del cibo, ma almeno in queste c’è il forte odore del pesce o della carne a stemperare la “puzza” del detersivo. L’acqua stagnante diventa quindi molto più invitante, anche se piena di microbi e vegetazione in putrefazione: si tratta pur sempre di materia organica e naturale che può solo aggiungere all’acqua un sapore stuzzicante. Occorre quindi che, dopo aver lavato la ciotola, la si risciacqui molto accuratamente. Inoltre bisognerebbe lasciare riposare per un po’ di tempo l’acqua del rubinetto prima di darla al gatto, in modo che i prodotti chimici in essa contenuti possano dissolversi.
Perché il gatto batte i denti quando vede un uccellino?
Il gatto, seduto sul davanzale di una finestra, vede all’esterno, al di là del vetro, un uccellino saltellare e si mette a fissarlo intensamente. Nello stesso tempo comincia a compiere un movimento della mandibola che è stato descritto e definito in vario modo: “battito di denti”, “spasmo tetanico”, “battito frustrato e meccanico delle mascelle”. Qual è il suo significato? Si tratta di una cosiddetta “attività a vuoto”. Il gatto sta in realtà mimando il morso letale, come se realmente stringesse tra le fauci l’inconsapevole uccellino. Attente osservazioni hanno rivelato che i felini uccidono le loro prede mediante un particolare movimento delle mascelle capace di produrre una morte quasi istantanea della vittima, in modo da ridurre al minimo ogni possibile rischio di essere feriti dal becco affilato di un uccello piuttosto che dai robusti denti di un roditore. Dopo il balzo iniziale, durante il quale immobilizza la preda con le zampe anteriori, il gatto affonda fulmineo i lunghi canini nel collo della vittima, mirando alla nuca e inserendoli, con un brusco movimento delle mascelle, tra le vertebre in modo da recidere il midollo. Ebbene, questo morso corrisponde esattamente al particolare movimento che fa il gatto quando, frustrato, guarda un uccellino al di là del vetro.
Perché il gatto si ostina a graffiare la vostra poltrona preferita?
La risposta è ovvia: per affilarsi le unghie. Pochi tuttavia conoscono l’esatta meccanica dell’operazione. In realtà il gatto strappa letteralmente via lo strato superficiale consumato delle unghie, mettendo allo scoperto quello corneo sottostante, nuovo e affilato. Il processo avviene in modo diverso per le zampe anteriori e per quelle posteriori. Nel primo caso il gatto striscia le zampe contro una superficie ruvida, nel secondo il rivestimento usurato viene staccato con i denti. L’operazione eseguita con gli arti anteriori ha anche un altro scopo: mira a mantenere in esercizio e a irrobustire i muscoli che controllano la retrattilità degli artigli, un apparato di estrema importanza nella caccia, nella lotta e per arrampicarsi. Una terza funzione è la marcatura odorosa. I cuscinetti sono infatti muniti di ghiandole odorifere. Per questo il gatto prende di solito di mira la vostra poltrona preferita: reagisce al fatto che essa è satura del vostro odore e provvede ad aggiungervi il suo.
Secondo D. Morris il gatto soffre sia fisicamente che psicologicamente (perché viene messo in una situazione di svantaggio) se i proprietari gli tagliano le unghie. Dopo avere letto vari testi, consultato veterinari ed osservato le reazioni della mia gatta, sono arrivata alla conclusione che il gatto non soffre se – visto che vive in appartamento e non ha la possibilità di sfruttare appieno gli artigli – gli accorciamo le unghie (si può usare una forbicina apposita, un piccolo tronchesino o chiedere al veterinario di farlo. Attenzione però a troncare solo la punta, in trasparenza potete vedere una parte bianca: non toccatela, quella fa male!!!). E’ invece assolutamente crudele asportare le unghie del gatto (purtroppo c’è chi lo fa…), se i vostri mobili sono più importanti del quadrupede peloso scegliete un altro animale (un pesce rosso) oppure un bel peluche. Noi abbiamo educato i nostri gatti a non farsi le unghie dove non devono. Basta, quando i mici sono ancora cuccioli, un secco “no” associato ad un pratico tiragraffi (una tavoletta di legno avvolta nella moquette o uno scatolone) dove porteremo il micio tutte le volte che sta per farsi le unghie sul tappeto.
Perché il gatto passa tanto tempo a lisciarsi il pelo?
Oltre a eliminare la polvere, lo sporco e i residui dell’ultimo pasto, i ripetuti leccamenti del pelo servono a lisciarlo, aumentandone il potere isolante: una pelliccia arruffata protegge poco e ciò può rappresentare un pericolo quando fa molto freddo. Ma c’è anche un altro motivo. Essendo privi di ghiandole sudorifere, e quindi non potendo ricorrere alla sudorazione per abbassare la temperatura corporea, in estate i gatti si leccano ripetutamente il pelo depositandoci quanta più saliva possibile: l’evaporazione della saliva ha la stessa funzione “rinfrescante” che ha per noi l’evaporazione del sudore sulla pelle. Il comportamento cosiddetto “di pulizia” ha però luogo anche quando il gatto è agitato. In questo caso si tratta di una reazione sostitutiva che serve a ridurre la tensione. Anche noi, nei momenti di stress o di imbarazzo, spesso ci passiamo le mani tra i capelli. E infine, le vigorose leccate stimolano le ghiandole dell’epidermide poste alla base di ogni singolo pelo, il cui secreto serve a mantenere il pelo impermeabile.
Perché al gatto piace essere accarezzato?
Perché considera il padrone come mamma gatta. Nei primi giorni di vita, i micini vengono continuamente leccati dalla madre e le carezze umane provocano sul pelo una sensazione molto simile a quella di una leccata materna. Per il gattino, mamma gatta è “l’essere che nutre, pulisce, protegge”, un comportamento che gli umani conservano verso gli animali di casa anche quando sono adulti. Per questo i gatti domestici non crescono mai del tutto: diventano adulti nel fisico e maturano sessualmente, ma il loro atteggiamento nei confronti del padrone rimane quello dei cuccioli verso la madre. Anche i gatti anziani, dunque, sollecitano cure e attenzioni, aspettando che la mano del padrone continui ad agire come una gigantesca lingua materna. Quando vengono accarezzati, i gatti si comportano in modo molto caratteristico: sollevano e irrigidiscono la coda. Si tratta di una reazione tipica dei cuccioli alle cure affettuose della loro vera madre e un invito per lei a esaminare la loro regione ano-genitale.
Perché il gatto sotterra i suoi escrementi?
Non lo fa per un senso di igiene, ma per mitigare il diffondersi dell’odore, e questo è un comportamento tipico di un gatto subordinato, insicuro del proprio rango. Nel caso dei gatti randagi, infatti, si e osservato che i maschi dominanti, ben lungi dal sotterrare gli escrementi, in genere li depongono in punti leggermente sopraelevati, da cui l’odore possa diffondersi il più possibile. Solo i soggetti che occupano posizioni sociali meno elevate li seppelliscono. Il fatto che i felini domestici cerchino sempre di ricoprire le loro deiezioni dimostra quanto si sentano subalterni a noi. Cosa che non deve sorprendere. Gli uomini, infatti, oltre a essere fisicamente più grandi e più forti, hanno il controllo di un importantissimo elemento della vita del gatto: il cibo.
Perché il gatto offre la preda appena catturata ai padroni?
Lo fa perché gli uomini gli sembrano cacciatori davvero inetti! Normalmente il gatto considera i suoi padroni come “pseudogenitori”, ma in queste occasioni la situazione si ribalta e li tratta come “pseudofigli”. Infatti, quando i gattini non sanno ancora come acchiappare e mangiare topi e uccellini, mamma gatta mostra loro come si fa. Gli umani oggetto di tanto onore reagiscono spesso con raccapriccio o rabbia, specialmente se la piccola vittima dà ancora segni di vita e si divincola. Il povero gatto rimane sconcertato da questa reazione, dal momento che viene rimproverato per un atto di generosità. Il comportamento corretto sarebbe quello di lodare l’animale per il materno altruismo dimostrato, accettare quindi la preda complimentandosi con lui con carezze e attenzioni, e poi, di nascosto, liberare la sfortunata vittima.
Perché il gatto si ingobbisce davanti a un cane sconosciuto?
Quando un gatto sì sente minacciato da un cane, perché non lo conosce o perché questi è chiaramente aggressivo, si alza il più possibile sulle quattro zampe distese e contemporaneamente marca la schiena. Lo scopo principale di questa esibizione è quello di apparire il più grosso possibile, nel tentativo di convincere l’altro che ha di fronte un avversario pericoloso. Alla riuscita della messinscena contribuisce il fatto che contemporaneamente rizza il pelo e si pone di sbieco rispetto al cane, usando il corpo in tutta la sua larghezza, come fa il torero con la muleta. Durante l’esibizione sibila sinistramente, come un serpente, e al momento dell’attacco “sputa” con forza. I gatti più esperti imparano presto che di fronte a un cane aggressivo la miglior linea di condotta è l’attacco. La fuga risveglierebbe nel cane l’istinto della caccia. Per lui, infatti, “qualcosa che scappa” significa una sola cosa: preda.