A Caronno Pertusella, Comune in provincia di Varese, il sindaco Marco Giudici ha firmato un’ordinanza che istituisce il divieto di lasciare cibo per gatti nei pressi delle due colonie feline: l’obiettivo è tenere maggiormente sotto controllo i gatti che ne fanno parte.
Una multa sino 500 euro per chi dà da mangiare ai gatti delle colonie feline: succede a Caronno Pertusella, piccolo Comune in provincia di Varese, dove il sindaco Marco Giudici ha firmato un’ordinanza che istituisce il divieto di lasciare cibo per gatti in via Bergamo e via Arese, nei pressi del Parco del Lura, dove si trovano due colonie feline.
L’ordinanza è stata adottata di concerto con la sezione provinciale dell’Enpa, che ha in carico le due colonie, e ha l’obiettivo di tenere sotto controllo il numero di gatti che ne fanno parte. I volontari di Enpa hanno segnalato infatti un aumento della popolazione delle colonie feline cittadine, dovuto anche all’abitudine di alcuni residenti di lasciare cibo che attira altri animali. Da qui la decisione dell’amministrazione comunale di imporre il divieto e la conseguente multa – da 25 a 500 euro – per chi lo viola. In parallelo il servizio veterinario dell’Ast Insubria ha posizionato in zona alcune trappole per catturare i gatti, censirli, applicare il microchip e sterilizzarli.
L’ordinanza ha scatenato le proteste di alcune associazioni animaliste locali, sul piede di guerra per un provvedimento ritenuto eccessivamente restrittivo, ma le colonie feline sono in realtà regolamentate (e protette) per legge e la loro gestione segue protocolli definiti. I gatti randagi sono infatti inquadrati dalla normativa italiana nella legge 281 del 1991 in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo come “animale in libertà”, e quelli delle colonie feline – che sono gruppi di gatti che vivono in libertà, ma sotto controllo sanitario – sono gestiti da enti e associazioni d’intesa con la Asl. Sono i volontari delle associazioni incaricate che si occupano di nutrire, assistere e monitorare i gatti delle colonie, e nella stragrande maggioranza dei casi la richiesta è quella di non nutrirli per evitare di interferire con il loro lavoro.
I gatti delle colonie feline non possono inoltre in alcun modo essere prelevati o allontanati dal loro territorio (se non per motivi prettamente di salute, e anche in questi casi deve seguire la reintroduzione nel gruppo o, nel caso di incompatibilità con la vita in libertà, adozione o ingresso in rifugio) ed è vietato anche “aggiungere” gatti alle colonie senza l’autorizzazione della Asl.
L’Accordo Stato-Regioni del 2013 in materia di identificazione e registrazione degli animali d’affezione ha introdotto a questo proposito l’obbligo di identificazione mediante microchip al momento della sterilizzazione e la registrazione in Anagrafe Canina dei gatti di colonia, ed è su questo che si stanno concentrando gli sforzi dei volontari di Enpa e della Asl. Chi lascia cibo ai gatti delle colonie, insomma, pur animato dalle migliori intenzioni rischia di andare a intaccare un equilibrio che gli operatori stanno faticosamente costruendo per gestire al meglio le due colonie: da qui l’idea di utilizzare la multa come deterrente.
Testo di Andrea Barsanti
Fonte: www.kodami.it
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