Commozione a Trieste per la tragica scomparsa di Giorgio Cociani. Fondò il “gattile”, rifugio per mici abbandonati
Una carezza ed una coccola per ogni gatto, una parola gentile ed un sorriso per le persone. Era così Giorgio Cociani, edicolante di mestiere, melomane per passione, amante dei felini randagi per vocazione. Ventiquattro anni fa, in una piccola stanza in via Rismondo a Trieste, cominciò a prendersi cura dei primi mici senza padrone bisognosi di cure. Poi, grazie a donazioni, aiuti e volontari, acquistò il cortile interno, la casetta del custode e un piccolo appartamento mansardato nell’edificio di via della Fontana 4, dietro il tribunale, che divenne il Gattile, e l’area di via Brigata Casale che fu la prima oasi felina d’Italia.
Ieri, scendendo verso la Costa dei Barbari, è scivolato, cadendo tra le rocce. Da un paio di mesi aveva problemi di artrosi ad una gamba. Lì, tra la costiera e la spiaggia che amava fin dalla gioventù, si è conclusa la sua esistenza generosa. Ma la sua opera continuerà, assicura Carmen Berlan, vicedirettrice del Gattile.
La struttura soccorre, sterilizza, accoglie e dà in affido una media di mille gatti all’anno. C’è un ufficio, una cucina, un piccolo ospedale, la nursery per i cuccioli e un ricovero per i gatti anziani. Chi vi si è rivolto per un’emergenza o per cercare un gatto da adottare, ha trovato sempre anche qualcosa di più.
Fonte RaiNews
Presidente e fondatore de Il Gattile, onlus di Trieste, è stato sempre benvoluto da tutti. Dopo aver nutrito per anni i gatti della sua colonia, aveva deciso di creare un vero e proprio gattile trasferendosi prima in via Rismondo, poi in via della Fontana impegnandosi con il progetto dal 1992. Tra i soci fondatori anche Margherita Hack. Accoglieva tutti i gatti abbandonati in cerca di famiglia, curando quelli ammalati o incidentati. L’associazione, ad oggi, è sostenuta solo grazie ad offerte, donazione e lavoro dei volontari. Moltissimi i messaggi di cordoglio per lui, dall’architetto Marianna Accerboni ai volontari della onlus ma anche dai gattili della regione che lo ricordano come “uomo colto e grande benefattore” e “compagno di sogni e di lotte per tutelare i diritti degli animali, ma anche di piccoli grandi obiettivi raggiunti.”
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