Adottare un gatto quando si ha un bambino

Come proteggere un bambino da eventuali malattie che potrebbe trasmettere un gatto.

Per prima cosa più che proteggere il bambino da un gatto bisogna preoccuparsi del contrario: proteggere il gatto dalla invadenza e dall’aggressività del bambino, soprattutto se piccolo!

Poi, una raccomandazione: prima di parlare di trasmissione di malattie, bisogna precisare che forse un gatto in casa non è indicato in caso di familiarità per allergie; infatti potrebbe facilitare l’instaurarsi di una allergia al pelo di cane/gatto o all’acaro della polvere che si nutre del pelo e della forfora degli animali.

Quanto alla possibilità di portare alcune malattie è bene ricordare:

  • la toxoplasmosi: il contagio avviene con il contatto con escrementi di gatti ammalati, per cui è necessario, fra le varie norme igieniche, pulire la lettiera tutti i giorni con i guanti. Tale malattia di solito non crea importanti problemi al bambino, ma più che altro al feto se la malattia viene contratta in gravidanza (si è tranquilli se la donna incinta possiede già gli anticorpi specifici per la toxoplasmosi perché vuol dire che è già immunizzata);
  •  la rabbia: è ormai quasi estinta in Italia ed è improbabile in un gatto tenuto in casa ed in città. Si trasmette con il morso di cani e gatti infetti, ma è possibile prevenirla anche vaccinando l’animale;
  • le parassitosi: per evitare pulci o zecche occorre spazzolare periodicamente l’animale ed eventualmente trattarlo con antiparassitari; le micosi: possono essere trasmesse soprattutto dal gatto e si manifestano nell’uomo con chiazze rosacee sulle parti esposte.

A parte l’aspetto malattia, per un bambino avere un animale in casa può avere molti aspetti positivi perché favorisce uno stretto rapporto con contatti fisici (carezze, giochi) ed emozioni ed è anche un modo per responsabilizzare il bambino, farlo sentire utile e farlo maturare. Ma accudire un animale in casa può avere anche aspetti negativi (oltre alle allergie e alle malattie) in quanto richiede un grosso impegno da parte di tutta la famiglia per assicurare tutti i giorni e per anni, al piccolo animale, condizioni di vita e affettive ottimali.

In generale inoltre si consiglia, se si vuole un cucciolo, aspettare che il bambino abbia 3-4 anni almeno, in modo che possa prendersi cura in prima persona dell’animale, assolvendo alcuni piccoli incarichi come quello di cambiare regolarmente l’acqua nella ciotola. Ricordate inoltre che in genere le femmine sono più affettuose e più calme dei maschi.

Fonte: Mamma e papà