Nonostante il caos e l’incertezza che regna all’aeroporto di Kabul, alla fine, Pen Farthing, l’ex soldato della marina militare britannica e fondatore dell’organizzazione benefica animalista Nowzad, ce l’ha fatta a prendere un aereo e tornare in patria insieme ai suoi circa 200 fra cani e gatti. Si è conclusa dunque col lieto fine, due giorni dopo il devastante attentato terroristico, quella che è stata chiamata “Operatione Arca”, con evidente riferimento alla famosa arca biblica di Noè. Un’operazione che per giorni che per giorni è stata accompagnata da un dibattito etico, innescato dalla sua campagna mediatica per riuscire a rientrare dall’Afghanistan: sebbene l’iniziativa abbia suscitato sui social emozione e supporto, supportata da una raccolta fondi che gli ha permesso di affittare un volo charter e da una petizione affinché il governo britannico e quello americano si mobilitassero in suo favore, l’ipotesi di dare priorità agli animali, quando ancora tante persone si trovano in pericolo di vita, ha incontrato non poche critiche. Anche perchè il suo staff e le loro famiglie, circa 70 persone, non hanno avuto il permesso di potersi imbarcare.
Ieri mattina è giunta la notizia finalmente la notizia che Farthing è riuscito a imbarcarsi con gli animali. Il suo staff purtroppo non ce l’ha fatta e sono stati proprio i componenti del suo gruppo a spingerlo ad accettare quellla soluzione: «Vai, devi andare. Se rimani qui saresti in pericolo, un ex soldato britannico come te qui rischia di essere ucciso. Vai e cerca di portare più animali che puoi con te» è stato il drammatico invito fatto a Farthing dai suoi collaboratori.
Sui social c’è chi esulta e chi è indignato. Il capo del Comitato per gli Affari Esteri ha dichiarato: «Abbiamo usato parecchio personale militare per riportare 200 cani e gatti, mentre la famiglia dell’interprete sarà probabilmente uccisa». Parole agghiaccianti che infiammano ulteriormente un dibattito che difficilmente si spegnerà. Qualcuno ha twittato con rabbia: «E’ la prima volta che la vita di una persona di colore vale meno di un cane».
Fonte LaZampa
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