Animale vuol dire “che ha l’anima”, la parola anima traduce l’ebraico nèfesh e il greco psychè: soffio, vento, respiro, spirito. L’etimologia ci racconta dunque una qualità fondamentale dell’animale, il suo essere fatto come noi di due sostanze: ani (io) ma (materia). Egli divide con noi l’essenza della vita, ovvero il respiro.
“Occorre avere coscienza di quanto noi riceviamo dagli animali, della insopportabile tristezza che avrebbe un mondo senza animali. In realtà spesso, come gli angeli nelle antiche leggende, gli animali sono messaggeri del cielo, memoria viva dell’innocenza, della grazia, della fedeltà che l’uomo ha perduto”.
Perduto la fedeltà sì…forse è vero ma la coscienza è un divenire e forse col tempo potremo capire che non siamo affatto Signori del creato ma creature tra le creature, cui è stato detto di custodire e governare quel giardino terrestre (governare non tiranneggiare) che popoliamo, con tutti gli esseri che lo abitano.
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