Al contrario, chi ama i gatti si rivela più introverso e sensibile, ma anche più creativo e meno conformista. Una vera e propria dicotomia caratteriale, dunque, molto probabilmente correlata alle diverse esigenze etologiche delle due specie: da una parte il cane, cui vanno le preferenze di chi ama le passeggiate e i contatti sociali; e dall’altra il gatto che, proprio per il carattere solitario e individualista che lo contraddistingue, attira le scelte di chi adora stare in casa, leggere e meditare.
Lo studio, che ha altresì rilevato come il 60% degli intervistati si riconosca come “dog lovers”, a fronte di un 11% di “cat lovers”, ha anche sancito una diversità di QI (quoziente di intelligenza) tra le due fazioni contrapposte. I risultati, afferma Denise Guastello coordinatrice della ricerca, vedono in pole position i proprietari di gatti che, rispetto a chi possiede cani, si rivelano più intelligenti e più aperti alle novità (anche se più nevrotici). Effettivamente lo studio è stato condotto su un campione piuttosto esiguo di intervistati. Sommando però questi risultati a quelli ottenuti da precedenti studi su scala più vasta, che oltretutto dimostravano come i gattofili fossero anche più educati dei cinofili, la tentazione a credere a questa diversa predisposizione caratteriale al cane o al gatto può anche venire.
Fonte: Live Science
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