Come far accettare il neonato al gatto di casa.

IL MICIO È UN ANIMALE ABITUDINARIO E PER LUI L’ARRIVO IN FAMIGLIA DI UN BAMBINO PUÒ ESSERE UN VERO TRAUMA. QUALCHE PICCOLA ATTENZIONE SARÀ SUFFICIENTE A FAR ACCETTARE IL BIMBO: BASTA SEGUIRE QUALCHE SEMPLICE INDICAZIONE.

 

L’arrivo a casa di un neonato porta un totale stravolgimento nella vita non solo degli umani ma anche del del piccolo felino. Il suo ambiente è invaso da odori del tutto nuovi: il profumo del bambino, l’odore dei detergenti e delle creme, quello delle pappe e dei pannoliniSono tutte novità molto forti che tendono a invadere e coprire l’abituale “panorama olfattivo” della casa. E non si tatta dell’unico grande cambiamento. Pensiamo anche a cosa accade sul piano acustico: vagiti, pianti, urla, risate. Tutti suoni nuovi e inaspettati per il gatto. Lo stile di vita della famiglia tende inoltre a cambiare radicalmente e spesso il micio, per motivi pratici e inevitabili, scende di parecchi gradini nella scala gerarchica delle priorità.

Il problema è che il gatto è un animale molto abitudinario e quindi sensibile ad ogni cambiamento: per fargli metabolizzare le novità, tutto deve avvenire in maniera graduale, cercando di rispettare i suoi ritmi e le sue esigenze etologiche. È quindi importante, per esempio, far abituare il gatto alla “nuova presenza” da prima che il bimbo arrivi in casa. I rumori, i suoni e gli odori sono elementi fondamentali da considerare a questo scopo. Prima che avvenga l’incontro tra il gatto e il bambino, si possono utilizzare dei cd che riproducono il pianto, le urla, i vagiti e le risate dei bimbi. Questi suoni possono essere riprodotti dapprima a un volume basso che poi provvederemo ad aumentare gradualmente, sempre che il gatto non si agiti. Si può anche scegliere di tenerli comesottofondo costante, oppure di riprodurli in determinati momenti della giornata, associandoli a cose positive come il cibo o il gioco.

Prima della nascita del bimbo è anche importante, sempre in modo graduale, iniziare a far comparire in casa quegli oggetti, come la carrozzina e il lettino, che di lì a poco caratterizzeranno l’ambiente domestico in modo permanente. Una volta avvenuto il parto, quando ancora la mamma e il bambino sono in ospedale, è utile portare a casa delle cose già intrise dell’odore del bimbo, favorendo e premiando (con carezze e croccantini) le interazioni positive che il gatto mette in atto con questi oggetti.

In questa fase, ancora più essenziale è il rispetto degli spazi del gatto: evitiamo di spostare le cose(ciotole e cuccia) del gatto per fare posto a quelle del bambino; nel caso fosse necessario farlo, provvediamo sempre con azioni graduali prima della nascita del bimbo. In vista poi del trambusto inevitabile che si avrà con l’arrivo del bimbo, posizioniamo in giro per la casa delle cuccette, o zone riposo, dove il gatto potrà andare a rintanarsi se lo desidera.

Una volta che il bambino è a casa e la situazione si è stabilizzata, evitiamo di forzare il gatto a stare con il bimbo, ma lasciamo che sia il piccolo felino a decidere se e quando avvicinarsi. Quando invece è il micio a cercare un approccio con il bambino, è importante non agitarsi, ma semmai premiarlo (sempre con carezze e croccantini) se manifesta comportamenti positivi e di curiosità. Altra regola fondamentale è evitare di sgridare il gatto in presenza del bambino, altrimenti il piccolo felino potrebbe fare associazioni negative con il bambino stesso. Per ottenere al contrario delle associazioni positive, è bene far giocare il gatto, accarezzalo e dargli premi in cibo in presenza del bambino (in queste situazioni, uno dei genitori può occuparsi del bimbo mentre l’altro può interagire con il gatto).

Mano a mano che il bimbo cresce, è importante insegnargli a rispettare gli spazi del gatto e ad interagire in maniera corretta, evitando di strappargli il pelo o di tirargli la coda. Il micio non è in grado di comprendere che ha a che fare con un cucciolo d’uomo e, se gli viene inflitto dolore, si difenderà graffiando e mordendo. Tenderà quindi anche a giocare con il bambino così come potrebbe fare con un adulto ed è quindi fondamentale supervisionare sempre le interazioni tra bimbo e piccolo felino.

di Simona Cannas e Manuela Michelazzi

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