Fonte: Simona Cannas e Manuela Michelazzi
Far convivere cane e gatto viene ancor oggi considerata un’impresa assai ardua da realizzare. E questa convinzione/credenza è così radicata che è stata addirittura coniata la frase “andare d’accordo come cane e gatto” per indicare una relazione litigiosa e inconciliabile fra due persone. In realtà anche queste due specie animali possono riuscire a vivere sotto lo stesso tetto e a diventare ottimi amici, imparando perfino a comunicare e a comprendersi. È importante però partire con il piede giusto adottando una serie di accorgimenti e soluzioni. In particolare, se si introduce un cucciolo in una casa dove vive già un gatto adulto, è facile che il cane si avvicini al micio con curiosità e irruenza per cercare in lui un compagno di giochi e che tenda a rincorrerlo nel momento in cui il gatto cerca di sottrarsi a questo tipo di interazione per lui “pericolosa”. Attenzione perché un gatto spaventato potrebbe anche diventare aggressivo e cercare di difendersi attraverso l’utilizzo di denti e artigli. Molto più semplice potrebbe essere invece la convivenza fra un cucciolo e un gattino: crescendo insieme imparerebbero a conoscersi e a interagire correttamente attraverso il gioco fin dall’inizio. Nel caso in cui la scelta ricada invece su un cane adulto, è importante assicurarsi che quest’ultimo sia stato correttamente socializzato alla specie felina durante le fasi di sviluppo (in particolare durante la fase di socializzazione). Cani non socializzati nei confronti dei gatti potranno manifestare comportamenti predatori verso la specie felina.
Come organizzare la vita tra cane e gatto
Se il cane arriva in famiglia per ultimo, attenzione a gestire la situazione in modo tale che il gatto non debba subire un eccessivo cambiamento delle sue abitudini (per esempio nel gioco e negli orari del pasto), una drastica riduzione dei suoi spazi (tenuto conto dell’importanza del territorio in questa specie animale) e che non debba entrare in competizione con il nuovo arrivato per le attenzioni dei proprietari.
Una volta organizzati spazi e tempi, si potrà iniziare a lavorare sulla corretta interazione fra le due specie animali. Eventuali scontri e risse sono da mettere in conto, almeno nella fase iniziale. I tempi per arrivare a una pacifica convivenza dipenderanno dalla socializzazione, dalle precedenti esperienze e dalle caratteristiche individuali di entrambi i soggetti.
È importante prevedere almeno inizialmente spazi separati dove sia il cane sia il gatto possano mangiare, giocare, rilassarsi in condizioni di tranquillità. Può essere utile posizionare le ciotole con il cibo vicino alla porta chiusa in modo che cane e gatto sentano la presenza dell’altro e la possano associare a un momento piacevole come quello in cui ricevono la pappa.
Il passo successivo potrà essere quello di aprire la porta consentendo a entrambi gli animali di vedersi ed eventualmente di annusarsi. I primi incontri dovranno essere supervisionati dal proprietario. Per maggior sicurezza si potrebbe tenere il cane al guinzaglio e consentire al gatto di muoversi liberamente per casa.
Nel momento in cui uno dei due animali incominciasse a dare segnali di paura e/o di aggressività, interrompere ogni interazione e separarli, evitando di punirli. Al contrario entrambi gli animali andranno premiati nel momento in cui si approcciano correttamente, giocano o si rilassano insieme.
In qualsiasi momento il gatto dovrà comunque avere a disposizione una zona di sicurezza e di tranquillità nella quale ritirarsi e isolarsi in caso di eccessiva tensione. Sarebbe molto utile creargli anche degli spazi e dei nascondigli sopraelevati e quindi inaccessibili al cane. In questo modo il gatto potrà continuare a osservare il cane in condizioni di sicurezza.
Va ricordato che il gatto utilizza proprio la distanza per evitare i conflitti e per limitare le interazioni non gradite. Non bisogna avere fretta e forzare le interazioni per evitare successivi problemi di convivenza assai difficili da gestire. Se dopo qualche mese non si sarà raggiunto alcun miglioramento, potrebbe essere utile rivolgersi a un veterinario comportamentalista.
La convivenza con animali-preda
Per quanto riguarda la convivenza con volatili, roditori e pesci, non va dimenticato che il gatto è un predatore e che potrebbe divertirsi a cacciare queste specie animali. Il gatto si attiva con il movimento della preda, soprattutto se quest’ultima è di piccole dimensioni.
Le sue prede preferite sono animali nei confronti dei quali non è stato socializzato nei primi mesi di vita. La socializzazione inibisce quindi la predazione. Se il proprietario decide di provare a far convivere il gatto con altri animali, sarà bene procedere in modo graduale e, almeno nella fase iniziale, sempre sotto la supervisione dell’uomo in modo da intervenire ai primi segnali preludio di una potenziale “battuta di caccia”.
In queste situazioni, anziché punire il gatto quando si appresta a un comportamento predatorio, cercare piuttosto di attirare la sua attenzione e di allontanarlo dall’altro animale provando a distrarlo con un gioco o con del cibo. In questi casi è utile introdurre un sufficiente arricchimento ambientale in modo da assicurare al micio piacevoli alternative con le quali divertirsi.
I volatili e i pesci
Molte volte infatti il gatto può concentrarsi maggiormente sull’uccellino, proprio perché rappresenta una fonte di divertimento e un modo per fare attività in un ambiente che offre ben pochi stimoli e passatempi. Ricordiamo infatti che il gatto non caccia per mangiare, ma per il gusto di cacciare e fare attività.
Nel caso di volatili e di pesci, la situazione può essere più facilmente controllabile in quantoquesti tipi di animali sono tenuti all’interno di voliere o di acquari che ne garantiscono l’incolumità. Al limite il gatto trascorrerà diverso tempo a osservarli, proprio come se fosse al cinema.
I piccoli mammiferi
Più difficile può essere la convivenza con eventuali roditori come conigli, cavie e criceti. È importante scegliere un roditore non troppo piccolo e non troppo pauroso. È necessario offrire all’animale la possibilità di potersi nascondere in un luogo sicuro e inaccessibile al gatto.
La gestione dei primi incontri potrebbe avvenire collocando sia il roditore che il gatto in una gabbia, in modo che ognuno dei due animali possa abituarsi all’odore, alla vista e ai suoni dell’altro prima di passare a un contatto in condizioni di libertà. Attenzione a tenere l’animale in braccio perché potrebbe spaventarsi e arrivare a mordere o graffiare il proprietario.
I consigli del veterinario
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