L’Istituto Superiore della Sanità (ISS) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno confermato che cani e gatti non rappresentano un pericolo nella diffusione della COVID-19, l’infezione respiratoria scatenata dal nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2). Gli animali domestici non si ammalano e dunque non trasmettono il virus: il primo cane positivo al patogeno è infatti in salute e si ritiene non possa diffondere il coronavirus.
Gli animali da compagnia come cani e gatti non si ammalano a causa del nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) e non lo trasmettono agli esseri umani. In altri termini, non diffondono la COVID-19, il nome assegnato dall’organizzazione Mondiale della Sanità all’infezione respiratoria scatenata dal patogeno emergente. È quanto afferma l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel punto 9 del suo vademecum sul coronavirus, con dieci comportamenti da seguire per proteggersi dalla patologia.
Cani e gatti non trasmettono il coronavirus.
Anche sulla pagina dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedicata ai “miti da sfatare” sul nuovo coronavirus viene affermato che al momento “non ci sono prove che animali da compagnia / animali domestici come cani o gatti possano essere infettati dal nuovo coronavirus”. L’OMS tuttavia sottolinea l’importanza di lavarsi sempre le mani con acqua e sapone dopo essere entrati in contatto con i propri animali. “Questo ti protegge da vari batteri comuni come Escherichia coli e Salmonella che possono passare dagli animali domestici all’uomo”.
Il primo cane positivo
Le autorità sanitarie di Hong Kong hanno confermato che un volpino di pomerania è il primo cane contagiato dal coronavirus. Il “basso livello di contaminazione” riscontrato da un primo tampone eseguito a febbraio è stato infatti confermato dal secondo. È importante sottolineare che il cane risulta essere soltanto debolmente positivo, ma non è malato e soprattutto si ritiene non possa trasmettere il patogeno. Anche con la SARS si registrarono rari casi di animali domestici positivi al virus, ma nessuno si ammalò o contagiò le persone, dunque le indicazioni del Ministero della Sanità e dell’OMS restano valide.
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