Pene più severe per chi maltratta gli animali che sempre più spesso, finiscono in prima pagina come vittime dirette di violenza. Il disegno di legge depositato al Senato dai pentastellati parla dell’introduzione di norme più efficaci per salvaguardare i nostri amici a quattro zampe e combattere il bracconaggio.
Il disegno di legge parte dal precedente testo presentato nella scorsa legislatura da Vittorio Ferraresi in cui si faceva esplicitamente riferimento al bracconaggio, il triste fenomeno che vede l’Italia tra i paesi più a rischio.
Non passa giorno che non documentiamo violenze e maltrattamenti nei confronti degli animali per cui ora più che mai, è necessario che ci siano norme che tutelino gli esseri più indifesi.
“Una rivoluzione concettuale, copernicana, quella di far diventare oggetto della tutela direttamente l’animale e non più l’uomo legato emotivamente o sentimentalmente allo stesso” ha spiegato in una conferenza stampa, il senatore Gianluca Perilli, primo firmatario del ddl accanto al ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Cosa prevederà la nuova norma? Pene più severe per chi uccide un animale, o lo abbandona, viene poi rimodulata l’aggravante del delitto di spettacoli o manifestazioni vietate. Ma non solo lasciare in giro bocconi avvelenati diventa un reato punito con il carcere fino a quattro anni. Rispetto al passato poi, ufficiali e agenti di polizia potranno arrestare chiunque sia colto in flagranza di reato.
Un bel passo avanti considerando gli ultimi episodi di violenza che abbiamo documentato: il cigno ucciso, il cane seviziato con il fuoco, ma anche alveari distrutti e uccelli con ali spezzate. Atrocità che spesso non vedono i responsabili puniti.
A giugno prossimo verrà, invece, pubblicato il Registro degli avvelenamenti di animali.
“L’abbandono di esche nocive è un pericolo anche per i bambini”, ha spiegato il ministro Bonafede- le bestie che fanno violenza agli animali sono persone violente anche con gli esseri umani, come documentato da numerosi studi. Quindi alzare l’asticella serve a individuare anche le persone violente”.
fonte: www.greenme.it
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