A mille chilometri da Yulin, dove dal 21 al 30 giugno 2019, si svolge la decima edizione del “Festival della carne di cane e di gatto”, c’è un condominio in cui ad ogni porta di casa è disponibile una ciotola con cibo e acqua per i randagi della zona. E’ da lì che Davide Acito, attivista italiano che ha reso noto nel mondo quella che è una tradizione radicata nella cultura locale ma che decisamente sta cambiando, racconta ancora una volta quello che sta succedendo in vista dell’inizio della mattanza. «Mille chilometri sembrano tanti, ma per un paese così vasto anche questo è rappresentativo invece di come è cambiato l’approccio verso i cani in Cina. Non bisogna generalizzare, è una nazione enorme e sempre di più i cani sono visti come soggetti che hanno tutto il diritto di vivere. Noi siamo pronti per la missione di quest’anno ma c’è una Cina di cui poco si parla quando poi si racconta dell’orrore di Yulin».
Davide Acito ha 32 anni, è originario di Matera ma vive sul lago di Garda. Il cosiddetto “Dog day” di Yulin lo vive da dieci anni, da quando è iniziato praticamente. Ha dentro l’anima scolpito un dolore che ha trasformato, però, in energia e forza per dare vita a un movimento virtuoso di persone sul luogo e che arrivano dall’estero e che combattono e vincono, soprattutto, contro la mattanza. «I gruppi di attivisti sono sempre più numerosi e questo vuol dire maggior coinvolgimento dei giovani e non solo. Sempre più persone scelgono di adottare e non di comprare. Anche le cliniche veterinarie stanno aumentando e tutto questo, alla fine, sta accadendo in pochissimo tempo».
Davide è in Cina da diversi giorni e questa volta descrive sì una realtà ancora molto radicata ma che attraverso i suoi occhi esperti definisce come in evoluzione: «Sensibilizzare e trasmettere ai giovanissimi non solo la cultura cinofila ma l’amore per tutti gli animali è importantissimo. Non a caso quest’anno in Cina si è celebrato il World show dog, il più grande evento cinofilo su scala mondiale».
Dopo dieci anni di attivismo per riuscire a liberare i cani destinati a morte atroce per arrivare sui banchetti del mercato di Yulin, così Acito spiega la missione di quest’anno: «La nostra squadra di attivisti cinesi è già partita da qualche giorno. Facciamo attività di investigazione sotto copertura per individuare le “slaughterhouse” (i macelli n.d.r.) in cui intervenire. L’operazione 2019 sarà fatta insieme alla fondazione Elisabetta Franchi: il 14 giugno grazie proprio al supporto che ci danno da Roma sono partiti anche due veterinari e un infermiere per dare sostegno alla squadra sul campo e ci raggiungerà anche un gruppo del nostro partner tedesco “Animal Hope” che ci ha aiutato a far adottare 50 cani salvati l’anno scorso che sono andati in tutta Europa. Con la collaborazione poi degli attivisti che sono in Cina ora riusciamo a salvare molte vite intervenendo direttamente sui macelli e senza alimentare alcun mercato».
Fonte: LaStampa/lazampa
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