Gatti neri – Dieci curiosità da sapere

Ecco 10 curiosità sui gatti neri da sapere!

1. Il gatto nero porta sfortuna?

Quella del gatto nero portatore di sfortuna è una credenza che risale al Medioevo. A quell’epoca, il gatto nero era considerato il compagno diabolico delle streghe (per la sua abitudine a uscire di notte) e il suo colore era associato all’inferno e al lutto.

L’origine della diceria della iella (la sfortuna) portata dal gatto nero che attraversa la strada risale all’epoca in cui si andava a cavallo: infatti, se un gatto attraversava all’improvviso la strada, il cavallo poteva spaventarsi e disarcionare il cavaliere. Non in tutti i Paesi, però, è così: in Francia e in Inghilterra i gatti neri vengono considerati dei portafortuna.

2. Il Gatto nero day

In Italia, l’associazione animalista Aida&A ha indetto il Gatto nero day: il 17 novembre (non un giorno a caso! Anche il 17 si dice porti iella) è la giornata a difesa della dignità del gatto nero e della sua vita: ogni anno infatti, secondo i dati dell’associazione, a causa di questa sciocca credenza vengono soppressi 60 mila gatti neri. Una strage pazzesca, incivile e assurda che va combattuta.

3. Sognare un gatto nero: cosa significa?

Anche il sognare un gatto nero va ricollegato all’aspetto superstizioso del sognatore. Come detto, l’animale è infatti spesso associato al diavolo e alla stregoneria, e di conseguenza alla sfortuna. E sognarlo può rispecchiare un malumore o un’angoscia, ma anche un cambiamento e persino un lutto.

4. “Volevo un gatto nero”, la canzone

Un gatto nero non ha portato bene a Vincenza Pastorelli, che durante l’undicesima edizione dello Zecchino d’Oro cantò “Volevo un gatto nero” classificandosi all’ultimo posto.

La canzone (testo di Franco Maresca e musica di Armando Soricillo e Framario) è però una delle più longeve della rassegna canora: dal 1969 (48 anni fa!) resiste ancora. Alzi la mano chi tra voi non l’ha cantata almeno una volta!

5. “Il gatto nero” di Edgar Allan Poe

“Il gatto nero” è anche uno dei racconti più celebri del poeta e scrittore Edgar Allan Poe. Scritto nel 1843, narra le vicende dal punto di vista di un omicida condannato a morte. L’uomo racconta di aver sempre avuto una grande passione per gli animali, tra cui Plutone, un gatto nero.

Quando l’animale lo morse, un demone si impossessò di lui (aridaje!). Uccise la moglie e la murò (cioè nascose il corpo all’interno di un muro), senza accorgersi però di aver murato insieme al cadavere un nuovo gatto che aveva preso per sostituire Plutone. Quando la polizia ispezionò la casa in cerca della moglie scomparsa, il gatto emise un gemito che fece scoprire il corpo della donna e arrestare l’uomo.

6. Il gatto nero al cinema

La storia ha una decina di adattamenti cinematografici, quasi tutti film gialli o horror, tra cui quello dell’italiano Dario Argento, maestro dei film di paura.

Famosissima la pellicola di Emir Kusturica “Gatto nero, gatto bianco”. Qui il gatto è solo nel titolo: protagonisti delle piccole storie raccontate dal regista sono infatti gli zingari: il film ha vinto il Leone d’Argento alla mostra del cinema di Venezia.

Ricordiamo infine “Sabrina, vita da strega”, telefilm in voga ai tempi dei vostri genitori. Un’adolescente americana, Sabrina, vive con le zie Hilda e Zelda che le rivelano che per metà è una strega. Nella serie c’è Salem, un gatto nero parlante molto cinico che in realtà è uno stregone privato dei suoi poteri e trasformato in animale a causa del suo tentativo di conquistare il mondo.

7. Il gatto nero delle streghe

Insieme alla scopa, nell’immaginario di tutti noi la strega è spesso accompagnata da un fedele gatto nero, anche in questo caso – come dicevamo all’inizio – un simbolo funesto, nonché complice dei misfatti della megera. Ma i gatti non erano gli unici animali associati alle streghe: della lista fanno parte gufi e civette, merli, rane e rospi, conigli, furetti e porcospini.

8. Il gatto nero per gli antichi egizi

Gli Egizi consideravano invece i gatti – qualsiasi gatto, anche quelli neri! – animali sacri al punto tale che chi li uccideva rischiava la pena di morte. Si narra che i Persiani per espugnare la città di Pelusio, in Egitto, legarono dei gatti agli scudi dei loro soldati che non furono nemmeno sfiorati dagli avversari.

9. Il carattere del gatto nero

E gli Egizi non si sbagliavano. Oltre ad essere belli, i gatti neri sarebbero leali e molto amici di noi esseri umani. Si tratta di predisposizioni, che possono ovviamente avere delle eccezioni. Un aspetto del gatto nero ha però un fondamento scientifico: secondo una ricerca dell’Istituto nazionale per la lotta al Cancro degli Stati Uniti, i gatti neri hanno meno possibilità degli altri di ammalarsi di alcune malattie.

10. La Gatta nera del Mercante in fiera

Il Mercante in Fiera è un gioco basato su un mazzo di carte particolari con disegnate le figure più disparate, da cui in passato è stato tratto anche un quiz televisivo. A interpretare la “Gatta nera” che “leggeva” le carte ai concorrenti, la showgirl Ainett Stephens. Provate a chiedere ai vostri genitori se se la ricordano…

p.p.s

In alcuni Paesi il gatto nero è considerato un animale porta fortuna! Per gli antichi greci e per gli egizi i gatti neri erano addirittura sacri mentre in Francia e in Inghilterra ancora oggi il gatto nero viene considerato un talismano porta fortuna, tanto che viene riprodotto in statuine, ciondoli e via dicendo (un po’ come avviene da noi con il corno portafortuna !
Per quanto riguarda il carattere dei gatti neri, non ci sono grandi differenze rimanendo all’interno della stessa razza. In sostanza il colore del pelo non deve ingannare: anche i gatti neri possono essere molto socievoli e coccoloni, anche se la loro natura selvaggia spesso e volentieri esce fuori. Una cosa comunque è certa: il gatto nero non ha un carattere peggiore degli altri, ha solamente un colore differente!
“ A chi viene a dirvi che qualcuno porta male, confidategli che lo si dice anche di lui. Impallidirà e forse capirà.”

(Pino Caruso)

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