Gatto, Il mio padrone sono io.
Gatto, Il mio padrone sono io. Punto.
«Amare il prossimo come se stessi: non di più, né di meno»: in questo atteggiamento al tempo stesso di sublime narcisismo e di infinita generosità è racchiuso il vero potere del miao. Chiunque abbia condiviso la vita con un gatto per un periodo breve o lungo non potrà che riconoscerlo. I gatti «sono poco interessati alle dinamiche del potere, non si sentono né superiori né inferiori a nessuno, non comandano e non si fanno comandare, al massimo si divertono a disubbidire, fanno davvero fatica a capire perché gli umani si affannino tanto nelle questioni di supremazia, quando, dal loro punto di vista, basterebbe sostituire la parola potere con la parola benessere e tutto filerebbe liscio come un bel pelo appena spazzolato. Perciò sono molto interessati a quello che possono fare per il proprio benessere e per quello di chi gli sta vicino. Se il benessere si trasforma in malessere, preferiscono andarsene, non trascinano matrimoni falliti per anni. E non ingaggiano infinite battaglie legali per gli alimenti perché sanno che, anche su una strada, saranno capaci di procurarsi qualcosa da mangiare». Il gatto ha una visione del mondo nel quale considera se stesso importante, ricco di risorse e sa di meritarsi gioia, benessere e fortuna. Non è bisognoso, è autonomo e indipendente, consapevole del proprio fascino e ha una buona autostima. Sa che per essere apprezzato è sufficiente “essere”, esistere, comportarsi con naturalezza e spontaneità e vivere la propria vita con intensità. Quando vuole grazie alla sua imprevedibilità, non lascia spazio a un attimo di noia. Infine Il gatto non si pone il problema di essere accettato: si comporta come vuole ed è accettato. Punto. E se non è accettato, pazienza, Il rifiuto non lo preoccupa. I gatti sanno di avere sufficienti risorse in sé per essere felici e ottenere quello che desiderano.