Gambassi Terme (Firenze), 27 febbraio 2020 – Una storia di grande sensibilità e di amore senza parole. Un amore fatto di complicità immediata, alleata più che mai preziosa se in mezzo c’è una vita da salvare. la vita di un gatto, investito e poi lasciato sul ciglio di una strada, abbandonato al suo destino. «La gente al volante, in queste strade di campagna, si sente sicura e tende ad andare veloce, senza pensare a chi abita queste zone verdi, a esempio i gatti. Per questo ho deciso di raccontare la storia di Ibisco, per sensibilizzare sul fatto che se investi un animale ti devi fermare».
Chi parla è Laura Vacca, trent’anni compiuti da poco, genovese trasferitasi per amore in Valdelsa, a Gambassi Terme, dove vive con il fidanzato Pietro. Al telefono, con nella voce la gioia di chi ha superato una prova davvero tosta, parla «del miracolo di Ibisco». Chi è Ibisco? Un micio di un annetto di età, secondo quanto stimato dal veterinario, dal manto tigrato: è stato soccorso dalla giovane coppia ormai in fin di vita «lungo la strada che da Gambassi porta a Castelfiorentino».
Era il 13 febbraio. «Quella sera il mio fidanzato mi ha mandato un messaggio vocale – racconta la ragazza che studia per diventare tecnico veterinario – ‘Ho trovato un Ibisco morto’, lui chiama Ibisco o Ibisca tutti i mici che somigliano alla mia gatta Ibiza. Poi più niente, il silenzio fino a quando l’ho visto entrare in casa con questo gatto in condizioni disperate tra le braccia. L’ho spedito dal veterinario e da lì è partito questo grande miracolo». Il primo a visitare lo sfortunato micione, «pelle e ossa, pieno di pulci e zecche, con gravi e numerosi traumi e difficoltà respiratoria» è stato un veterinario castellano, «il dottor Luca Taddei. Lo ha valutato, lo ha sottoposto a un sacco di accertamenti e, alla fine, con grande generosità, ci ha presentato un conto ben inferiore a quanto avrebbe dovuto – ci tiene a sottolineare con l’emozione nella voce la 30enne amante degli animali – E lo stesso vale per l’altro veterinario al quale ci è stato consigliato di rivolgersi, il dottor Sabato Moscia. Sono stati due angeli».
Angeli che, insieme all’amore incondizionato di Laura e al grande cuore di Pietro, hanno strappato a morte certa il quinto gatto della coppia, anzi il sesto «visto che una micia l’ho lasciata a Genova: è legatissima a mia nonna», spiega Laura, intenta a non perdere d’occhio il suo Ibisco. «Adesso è fuori pericolo – sussurra – Fa un sacco di fusa e, anche se ha ancora il sondino, sta iniziando a mangiare da solo. Dalla pappa del mattino, si passa alle coccole e all’igiene, fra traversine da cambiare e lavaggi con i prodotti a secco. Un bell’impegno è vero, ma lo rifarei infinite volte ancora».
Fonte: msn notizie
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