AVERE UN GATTO È UNA STRAORDINARIA AVVENTURA

Non avevo mai avuto gatti, né da bambina, perché in famiglia non erano molto amati, né da adulta, perché tutti mi dicevano che è molto diverso dal cane, troppo autonomo e indipendente, che si fa accarezzare e coccolare di rado e solo quando ne ha voglia. Ma un anno fa è successo qualcosa. Una mia collega ha accolto in casa una gatta con tutti i suoi cuccioli, tre femmine e un maschio che, piano piano, uno a uno, sono stati adottati dai colleghi dell’ufficio. Io ho preso una gattina, Titti, e grazie a lei ho scoperto come non fosse vero tutto quello che mi era stato detto. Titti mi sente arrivare quando sono ancora sulle scale e quando apro la porta è già lì ad aspettarmi, miagolando affettuosa e impaziente, quasi sgridandomi per le tante ore in cui è rimasta sola, oppure mi corre incontro dalla sala dove probabilmente stava dormendo. Quando ha fame viene a cercarmi e fa di tutto finché non la seguo in cucina dove sono le ciotole e le scatolette del cibo. E se vuole, per così dire, un “dessert” va vicino al mobile dove tengo gli snack e mi fa capire bene cosa vuole. Giochiamo anche tanto insieme. Quando vuole essere rincorsa, inizia a corrermi avanti e indietro finché non mi metto a inseguirla. E poi le tiro una pallina di carta stagnola e lei me la riporta, proprio come un cagnolino… a proposito! Tra i tanti pregiudizi che Titti ha fatto crollare, c’è anche quello della proverbiale antipatia tra cani e gatti: ha imparato senza difficoltà a convivere con Athos, il mio cane di nove anni che ha sempre odiato i gatti, e con l’ultima arrivata, Lea, una cucciola di Pastore Australiano. Che dire poi del gatto che si attacca alla casa e non all’uomo? Titti viene a fare le sedute di Pet therapy insieme a me, con gli anziani, nelle scuole tra i bambini, ed è sempre fantastica. Quando andiamo a dormire, si adagia sulle mie gambe o sulla pancia, cerca il contatto per potersi addormentare in tranquillità. In tutto questo proprio non riesco a capire dove sia il distacco, l’eccesso di autonomia e l’egoistica indipendenza. Questo in realtà è avere un gatto. Racconto di: Sonia Ricciu

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