Horitomo e Monmon Cats: il Tatuaggio Giapponese veste d’arte i Gatti

HORITOMO E MONMON CATS: IL TATUAGGIO GIAPPONESE VESTE D’ARTE I GATTI

Kazuaki Kitamura, conosciuto meglio come Horitomo, è un artista e tatuatore giapponese contemporaneo padre dei Monmon Cats, gli originali gatti tatuati protagonisti dei suoi meravigliosi tattoo. I Monmon cats non sono semplici gatti così come siamo abituati ad immaginarli: all’interno della loro figura Horitomo inserisce altri soggetti come fossero tatuati sull’animale. Demoni, tigri, topi, carpe e serpenti vengono integrati perfettamente all’interno dei paffuti felini. I disegni che coprono i manti dei gatti ci regalano con armonia ed eleganza una seconda lettura delle immagini e ci raccontano storie, leggende e usanze della tradizione giapponese.Molti amici e colleghi di Horitomo pensavano che la scelta dei felini come soggetti sia dovuta a una sua personale passione e in parte è vero, come scrive sul suo libro, ma la motivazione è molto più universale. I gatti rappresentano dignità, bellezza, indipendenza e hanno un qualcosa di mistico che da sempre ci affascina. In molte culture i gatti hanno poteri divini ed è facile trovare templi in loro onore. Inoltre nella tradizione giapponese, i gatti con la loro saggezza portano fortuna e prosperità nella vita delle persone.Al contrario, altre culture hanno sviluppato terrore e superstizione nei confronti di questi felini a cui spesso attribuiscono un legame e un collegamento con il diavolo. Basta pensare al triste destino dei gatti neri, ritenuti perfidi compagni delle streghe e considerati portatori di sfortuna.

Horitomo rivede nei pregiudizi verso i gatti la stessa contraddizione e discriminazione che i tatuaggi subiscono in Giappone. Grazie ai suoi viaggi ha scoperto che gran parte del mondo è affascinato dai tattoos e sogna di averne almeno uno, mentre nel suo paese subiscono ancora il pregiudizio e la paura. Come un gatto nero, un corpo tatuato in Giappone, viene evitato e guardato con timore.

I tatuaggi giapponesi tra armonia, bellezza e cura dei dettagli ci offrono uno scorcio sulla tradizione del lontano paese del Sol Levante. Draghi, carpe, volpi, onde e fiori di ciliegio sono solo alcuni dei soggetti tipici chiamati a rappresentare una tra le culture più complesse e affascinanti del mondo. Nonostante questi capolavori vengano apprezzati ovunque in tutto l’occidente e moltissime persone richiedono espressamente tatuaggi giapponesi, è proprio nella loro terra natia che trovano ancora difficoltà e pregiudizi.

La motivazione cela il lato oscuro di una cultura così apparentemente limpida: la Yakuza, una tra le associazioni mafiose più temute al mondo ma specialmente in Giappone, dove è nata, era solita marchiare i propri affiliati proprio con i tatutaggi, così da potersi distiguere dalle persone comuni.

Gli abitanti del posto, dunque, non vedono di buon occhio le persone con il corpo tatuato e ancora oggi vietano l’ingresso ai bagni pubblici a chiunque abbia inchiostro sulla propria pelle (turisti inclusi).

 

Kazuaki Kitamura, nel suo periodo formativo si sposta tra Tokyo e Osaka e parte all’insegna dell’Europa dove partecipa ad alcune convention e dove ha modo di entrare in contatto con numerosi artisti dagli stili più disparati. A partire dal 2001, sotto la guida di grandi maestri giapponesi come Horiyoshi III, studia l’arte e la tradizione del tatuaggio giapponese, inclusa l’antica tecnica manuale chiamata tebori, fino a diventare lui stesso un maestro dello stile.

Conseguentemente a questo periodo formativo, come è tradizione Kazuaki Kitamura riceve un nuovo nome dal suo maestro. Nasce così Horitomo, nome che, rispettando l’usanza tipica, comincia con il prefisso HO (incisore).

fonte: www.urbancontest.com

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