I gatti perfetti di Fibonacci
“Anche il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro”. Così diceva Leonardo da Vinci. E la galleria di foto sotto ne è la prova.
Primo grande matematico dell’Occidente cristiano, l’italiano Leonardo Pisano, detto Fibonacci perché figlio di Bonaccio, nel 1202 scoprì una sequenza di numeri, che da lui prende il nome, dopo che la individuò per risolvere un problema pratico: in un anno, quante coppie di conigli si ottengono da una coppia, supponendo che il primo mese questa non sia fertile? La risposta a questo quesito è 144. La sequenza è il risultato della somma dei due numeri precedenti: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, … all’infinito.
Solo nel XIX secolo, però, si attribuì la giusta importanza a questa successione numerica, che può essere applicata nel calcolo delle probabilità e nella sezione aurea. Le spirali auree e la successione di Fibonacci si riscontrano in un’enorme varietà di fenomeni naturali. La riprova che il linguaggio della Natura è la matematica. Dice a tal proposito Mario Livio, noto astrofisico: “La Natura ama le spirali logaritmiche: dai girasoli alle conchiglie, dai vortici agli uragani alle immense spirali galattiche, sembra che abbia scelto quest’armoniosa figura come proprio ornamento favorito”.
Una nota che sottolinea la grande importanza storica del matematico italiano: fu grazie a Leonardo Pisano che furono introdotti in Occidente i numeri arabi che sin da piccoli spesso ci sono ostici. Invece che intendere la Matematica come una materia di studio fatta di soli numeri e teoremi, dovremmo invece considerarla come ciò che unisce e si interpone fra l’Uomo e la Natura.
Qui sotto la prova che quando la Natura decise di creare il gatto, pensò ad una creatura perfetta e armonica.