Il gatto pare sia di casa Rifugio Predaia e dopo che gli escursionisti che lo hanno incontrato hanno postato delle foto su Facebook, in breve tempo, la storia di “Scòdega” è diventata virale.
I gatti sono tutti l’uno diverso dall’altro, ci sono quelli che amano l’acqua e quelli che la odiano, ci sono quelli selvatici e gli altri “da divano”, ma “Scòdega”, com’è stato ribattezzato dagli escursionisti che lo hanno incontrato, è del tutto originale.
Questo gatto infatti, oltre a mostrare una passione per le cotiche dalle quali ha preso il suo soprannome (il termine scòdeghe in dialetto indicato la pelle del maiale appunto), ama fare escursioni in montagna. Il fatto del tutto particolare però è che Scòdega si è accodato a degli escursionisti di passaggio che non aveva mai visto prima, seguendoli lungo il sentiero.
“Scòdega – spiega Nicola l’escursionista ha incontrato l’animale – è un bel gattone nero che ha iniziato a seguirci dal Rifugio Predaia, in direzione di Malga Rodeza. Pensavamo si stufasse presto e che ritornasse a casa (al rifugio), ma ha continuato a starci dietro, chilometro dopo chilometro”.
A un certo punto la sua camminata è parsa claudicante ed ha iniziato a sollevare a turno le zampe, leccandosele, probabilmente per via delle rigide temperature e del freddo della neve. “A quel punto – continua Nicola – lo abbiamo caricato sullo zaino e lo abbiamo scorrazzato per il resto della camminata, fino al Corno di Tres, poi sulla traversata in cresta (Sentiero 500), fino al Corno del Cervo, quindi giù verso Malga Coredo”.
Di tanto in tanto il gatto non disdegnava scendere per sgranchirsi le zampe, riprendendo a camminare nella neve, salvo poi tornare a strusciarsi attorno alle gambe, leccandosi nuovamente le zampe infreddolite. Così ogni volta è stato riposizionato sul suo trespolo e trasportato per un tratto del percorso.
Quando è stato il momento di fare una pausa in una baita Scòdega ha subito preso possesso del divano, arrivata l’ora di cena il gatto ha mangiato assieme ai suoi nuovi compagni, ovviamente gli è stata servita una cotica di maiale accompagnata da un po’ di formaggio. “Poi siamo ripartiti – ricorda Nicola – con l’amico Scòdega al seguito, fino a rientrare, dopo oltre 11 chilometri, al Rifugio Predaia, dove il micio è tornato alla base”.
Fonte: ildolomiti.it
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