L’unica cosa davvero importante è che qualunque sia il nome prescelto per il gattino, sarà meglio non cambiarlo in un secondo momento, magari perché ci si rende conto che non è più adatto al suo carattere o al suo aspetto estetico, (non sono pochi i casi in cui un Nerino è diventato bruno o addirittura grigio) o perché ne sentiamo poi uno che si sembra semplicemente più “bello”. Se gli cambiamo il nome rischiamo di portare il gatto ad uno stato di confusione, impedendogli da un momento all’altro di familiarizzare con l’ambiente che lo circonda.Il nome che attribuiamo ad un gatto per lui è soltanto un suono, senza un significato particolare, men che meno collegato a lui.
Guardate com questi 3 gatti sanno riconoscere il suono del loro nome:
Ciò che distinguerà questa parola dalle altre nella sua mente è unicamente il tono con cui lo si chiama. Dunque anche se il nome non è particolarmente bello o semplice, se detto con dolcezza susciterà comunque in lui piacere e voglia di coccole. Il metodo più semplice per attribuire un nome ad un gatto è basandosi sulle sue peculiarità fisiche, ecco perché nomi come Nuvola, Batuffolo, Contessa, ed altri del genere vanno sempre per la maggiore. Contessa, Regina e Principessa nel caso specifico sono giustificati dal portamento elegante e misurato della maggior parte delle gatte. In effetti i gatti sono di nobili origini, adorati in antichità anche al pari di esseri divini (come avvenne in Egitto), anche per questo spesso al gatto viene affibbiato un nome aristocratico. Per quanto al nostro gatto non importi davvero quale sia il nome che scegliamo per lui, bisogna ricordare che i nomi corti e semplici sono sempre i migliori. Se poi ci accorgiamo che il micio dopo qualche tempo ancora stenta a riconoscere il suo nome tra le parole del padrone possiamo fare in modo che lui associ il suono che si emette per chiamarlo a cose piacevoli come qualche bocconcino prelibato. E’ necessario sin dall’inizio passare un bel po’ di tempo in sua compagnia, sussurrandogli il nome con dolcezza e mentre lo si accarezza, in modo da legare il suono del suo nome a sensazioni piacevoli. Attenzione però, dimentichiamoci di insegnargli ad arrivare al comando del nome, è e resta pur sempre un gatto, non un cane.
Per approfondimenti: L’importanza del nome giusto per un gatto.
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