Il tempo per cani e gatti: ecco come lo misurano

Anche cani e gatti misurano il tempo. Non hanno l’orologio, certo, ma olfatto, abitudini e un grande senso dell’osservazione permettono loro di orientarsi nelle giornate. “La concezione temporale per gli animali è tuttora un mistero per molti versi – spiega Emanuela Diana, etologa e zooantropologa, a Caterina Spinelli su Libero Quotidiano -. Certamente i nostri compagni pelosi vengono influenzati dalle abitudini dell’uomo, ma gli amici a quattro zampe non hanno la stessa idea di orario come possiamo averla noi umani. La maggior parte degli animali, infatti, segue per primo il bioritmo intrinseco alla sua genetica, per cui le ore vengono scandite basandosi sul variare dei fenomeni esterni, come la luce, o dei fenomeni interni come il senso di fame e l’ esigenza di uscire a fare i bisogni. Non solo, per cani, gatti e conigli facilmente addomesticabili la percezione del lasso temporale è strettamente correlata all’osservazione del padrone”.

E’ proprio grazie all’associazione di fattori come situazioni, gesti o comportamenti degli umani che li circondano che cani e gatti “riconoscono l’accadimento di quella determinata cosa – continua Diana -. Soprattutto se la vita del proprietario è abitudinaria e ha una routine abbastanza regolare, per gli animali di casa è più facile sapere cosa sta per succedere e arrivare quasi ad anticipare le azioni del proprietario stesso. Tra tutti gli amici a quattro zampe però i gatti sono i meno influenzabili e i più propensi a seguire la loro natura predatoria. I felini infatti sono soliti attivarsi all’imbrunire e tenere svegli i proprietari durante la notte. A cadenzare le giornate ci pensano anche i periodi riproduttivi e le stagioni”.

Anche cani e gatti misurano il tempo. Non hanno l’orologio, certo, ma olfatto, abitudini e un grande senso dell’osservazione permettono loro di orientarsi nelle giornate. “La concezione temporale per gli animali è tuttora un mistero per molti versi – spiega Emanuela Diana, etologa e zooantropologa, a Caterina Spinelli su Libero Quotidiano -. Certamente i nostri compagni pelosi vengono influenzati dalle abitudini dell’uomo, ma gli amici a quattro zampe non hanno la stessa idea di orario come possiamo averla noi umani. La maggior parte degli animali, infatti, segue per primo il bioritmo intrinseco alla sua genetica, per cui le ore vengono scandite basandosi sul variare dei fenomeni esterni, come la luce, o dei fenomeni interni come il senso di fame e l’ esigenza di uscire a fare i bisogni. Non solo, per cani, gatti e conigli facilmente addomesticabili la percezione del lasso temporale è strettamente correlata all’osservazione del padrone”.

E’ proprio grazie all’associazione di fattori come situazioni, gesti o comportamenti degli umani che li circondano che cani e gatti “riconoscono l’accadimento di quella determinata cosa – continua Diana -. Soprattutto se la vita del proprietario è abitudinaria e ha una routine abbastanza regolare, per gli animali di casa è più facile sapere cosa sta per succedere e arrivare quasi ad anticipare le azioni del proprietario stesso. Tra tutti gli amici a quattro zampe però i gatti sono i meno influenzabili e i più propensi a seguire la loro natura predatoria. I felini infatti sono soliti attivarsi all’imbrunire e tenere svegli i proprietari durante la notte. A cadenzare le giornate ci pensano anche i periodi riproduttivi e le stagioni”.

A differenza degli umani, però, gli animali non pensano a spazi temporali come il futuro o il passato. Una ricerca condotta negli Stati Uniti e condotto dalla psicologa degli animali Alexandra Horowitz svela la cognizione dello scorrere del tempo dei nostri amici pelosi, una cognizione legata all’olfatto: più gli odori dell’umano sono forti, più sono nuovi. Quando un odore si affievolisce significa che è trascorso più tempo. E lo stesso discorso vale per l’umano: più il suo odore è debole più tempo è passato da quando questi è andato via.

Per quanto riguarda le feste che ci vengono fatte dopo una separazione, a prescindere dalla durata di questa, la dottoressa Angelica Bassi, etologa e comportamentalista, chiarisce: “Gli animali soffrono di ansia da separazione, una reazione che si manifesta in alcune specie in modo più intenso di altre. Il saluto e la festa che ci fanno al rientro esiste anche nel branco. Si tratta di un benvenuto che aumenta di intensità quando il padrone o gli altri animali rispondono con un feedback positivo come le carezze”.

Fonte: BlitzQuotidiano

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