La casa del gatto non è quella che voi abitate. Per ognuno di voi, è ciò che appare: uno spazio di superfici visibili. Il gatto la trasforma: la casa, per lui, è il luogo del nascosto. Non c’è nulla che egli ami tanto come ciò che sta celato, protetto, circondato, difeso. Ama il cesto della biancheria, il carretto della spesa, il frigorifero, la lavastoviglie, la vasca da bagno, il bidè, il cestello delle verdure, gli armadi, i cassetti chiusi. Quando può, vi si insinua, e ne prende possesso per dormirvi uno dei suoi sonni morbidi e senza fine. Quando si precipita così volentieri in salotto, dal quale lo cacciate senza pietà, è perché si vuole nascondere sotto i divani e le poltrone. Si cela sotto una poltrona, e poi fugge fulmineo sotto un’altra, e sotto un’altra ancora, dalla quale, invisibile, controlla ciò che accade nella stanza. Chissà da cosa nasce questo amore. E il ricordo della tana, dove tanti secoli fa abitava? O condivide il piacere del nascosto con i bambini?
Qualche volta, ruggisce. Voi avete l’impressione che egli reciti una parte: quella del felino selvaggio, che ha scelto di non essere, o addirittura quella della tigre. Da quel momento, egli si abbandona alla più fantastica teatralità, come se la sua e vostra casa fossero una scena. Balza sulla tavola, poi sulla libreria, e poi sull’armadio: discende, corre tra i tavoli, fugge attraverso le camere, di colpo si arresta: salta su tre poltrone, si nasconde sotto un divano, cerca di arrampicarsi sulla tenda; corre più veloce, insegue sé stesso, e appare di nuovo nello studio, silenzioso e precisissimo nei movimenti. Ha dimenticato ogni noia. Non desidera dormire né contemplare dalla finestra. Per un quarto d’ora, la casa amatissima dove sta rinchiuso, la casa del cibo e del segreto, è tornata la foresta primigenia, l’intrico fantastico di tronchi e di rami e di sentieri e di biforcazioni, dove con la mente non ha mai cessato di vivere.
Estratto dal libro: L’armonia del mondo. Miti d’oggi di Pietro Citati
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