Tornata a casa lo stesso giorno in cui se n’è andata la persona che l’aveva abbandonata: è una storia a lieto fine quella della gatta Tata, possibile soltanto grazie alla caparbietà dei volontari che non hanno mai perso le speranze di ritrovarla.
La storia di Tata l’ha raccontata Maria Pia Superti, volontaria della Lav di Cremona. Inizia in un’azienda agricola di Casalbuttano, nel Cremonese, dove 11 fa un dipendente ha trovato e accolto quella gattina diventata sua inseparabile compagna di vita: «Era piccolissima quando il signor S. l’aveva trovata in un fosso e se l’era portata a casa, crescendola con amore nell’azienda agricola in cui abitava e lavorava. Qualche anno fa purtroppo è mancato e Tata è diventata un peso per la moglie – spiega Superti – Eppure la proprietaria della fattoria e alcuni vicini di casa erano disposti ad adottarla ed occuparsene. Le avevano sempre voluto bene. Ma la donna all’insaputa di tutti se ne è liberata. Caricata in macchina e buttata fuori».
La versione iniziale che la donna fornisce a chi conosceva e amava Tata è però diversa, spiega Superti: invece di ammettere di essersi liberata della gatta, di cui non voleva prendersi cura e che evidentemente la infastidiva, racconta che è stata aggredita da un cane ed è morta per le ferite. Era il novembre del 2021, all’inizio di un inverno freddo e piovoso, e davanti alla speranza che Tata non fosse realmente morta una coppia di volontari ha iniziato a cercarla. È partita una mobilitazione fatta di volantini, passaparola e annunci e appelli sui social durata mesi: «Ci siamo uniti in questa mission, un pezzo ciascuno – conferma Superti – e il destino, o qualcuno lassù, hanno voluto che Tata si facesse trovare sabato scorso».
Tata è stata recuperata e, una volta riconosciuta ufficialmente, riportata all’azienda agricola. Dopo tre mesi di vagabondaggio nelle campagne del cremonese ha ritrovato casa sua, finalmente accudita e desiderata. Lo stesso giorno in cui chi l’aveva abbandonato ha traslocato e se n’è andato: «Oggi Tata è tornata a casa sua, non più da chi le ha fatto del male ma da chi la amerà e le farà dimenticare questi tre mesi orribili. Ho visto la casa meravigliosa in cui vive adesso – conclude Superti – I signori con cui ho collaborato nelle ricerche mi hanno detto che non si è più avvicinata alla casa, ora vuota, nella quale ha vissuto per 11 anni. I tre mesi più brutti dell’anno li ha trascorsi soffrendo freddo e fame e paura. Oggi ci siamo detti la stessa cosa: Il suo umano, quello che la amava tanto, deve averla protetta da lassù».
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