La storia di Nicoletta, da Torino al Kenya per dedicarsi ai gatti randagi

Arrivata in Kenya, Nicoletta viene colpita dalla realtà del randagismo.

Inizia a nutrire, curare e sterilizzare i gatti del posto, aiutando la comunità di Watamu a crescere.

Quando si è trasferita in Kenya, Nicoletta non si aspettava di diventare un punto di riferimento per la comunità di Watamu, una piccola città costiera a nord di Mombasa. Adesso, quando bisogna dare aiuto a uno dei tanti animali randagi del posto, gli abitanti si rivolgono a lei.

Nicoletta Ghiberti viveva a Torino e nel 2004 si è trasferita insieme al marito per ragioni personali, avviando un’attività come affittacamere. Nel frattempo, però, è inevitabilmente entrata in contatto con il diffuso fenomeno del randagismo di Watamu e dei villaggi vicini. I numerosi cani e gatti che vivevano lì erano condannati alla fame, costretti a cercare cibo nella spazzatura in condizioni igieniche rischiose. Inoltre, erano osteggiati dalla popolazione locale, che non si occupava di loro e spesso li uccideva brutalmente. Visto che il governo keniota non si occupava di una situazione problematica sia per gli animali che le persone, Nicoletta ha deciso di mettersi a lavoro per cambiare le cose. Chiusa la propria attività, ha iniziato a distribuire cibo, a raccogliere i randagi feriti o denutriti e a curarli e sterilizzarli, con l’aiuto di veterinari. La popolazione l’ha ribattezzata Mama Paka («Mamma gatto» in Swahili) e ha iniziato a chiederle sempre più spesso aiuto per risolvere situazioni legate al randagismo.

Grazie anche all’aiuto dei social network, l’iniziativa di Nicoletta è cresciuta tanto. Da una parte ha trovato sostenitori che inviano donazioni dall’Italia per finanziare le attività dell’organizzazione. Dall’altra, MICI Randagi Watamu KENYA ha dato lavoro a tanti membri della comunità di Watamu, aiutando l’economia locale a crescere. L’attività di Nicoletta ha creato un diverso rapporto tra persone e randagi: «Da quando abbiamo iniziato a sfamare gli animali randagi, la popolazione locale non è più arrabbiata con loro. Inizialmente i gatti andavano a rubare nelle case, a rubare nei negozi. Da quando noi ci stiamo prendendo cura di loro, la popolazione è molto più contenta. Anzi, ci segnala l’arrivo di nuovi gatti» afferma Nicoletta. In particolare, è stato Papa Salsa, un abitante di Watamu amante degli animali, ad aiutarla a stabilire un dialogo con il resto della comunità.

Attualmente i randagi vengono ospitati in un alloggio chiamato AFRICAT, che però è in affitto per la durata di cinque anni. La tutela dei randagi richiede molti fondi, un impegno costante e la presenza di strutture adeguate, sia come spazi che come strumentazione. È per questo che Nicoletta ha lanciato il Progetto Bimba, in memoria di una gattina che non è riuscita a sopravvivere. Lo scopo è la realizzazione di un edificio che possa ospitare gli animali bisognosi di cure durante i trattamenti e la convalescenza, e il personale che se ne occupa. I lavori sono ancora in corso e, grazie alle donazioni di chi crede nel suo progetto, Nicoletta sta costruendo l’edificio mattone dopo mattone insieme ai suoi compagni.

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