La straordinaria vita di Lazzaro, il gatto di Arezzo che non sa camminare
In ipotermia, completamente paralizzato. Pensavano fosse morto quando lo hanno raccolto in un campo nella provincia di Arezzo nel novembre del 2013. E invece Lazzaro ha sorpreso tutti e oggi quel cucciolo spaventato è diventato un gattone dolcissimo, felice nonostante la sua disabilità. Lazzaro non è un gatto indipendente, ma nonostante questo Elena Pecchi non ha mai smesso di credere in lui e a incoraggiarlo a migliorare.
Quando ha saputo che si trovava da un mese chiuso in una gabbietta dal veterinario e che presto sarebbe stato soppresso, non ci ha pensato due volte: lo ha accolto in affido temporaneo nella sua casa di Arezzo per aiutarlo a tornare a camminare e rimetterlo in forma prima di darlo in adozione. Ma «ci siamo innamorati perdutamente, sarebbe stato impossibile darlo via», racconta Elena, che da allora fa di tutto per permettere a Lazzaro una vita piena.
«Con il passare dei giorni, abbiamo capito che ci sarebbe stato un margine di recupero. Ma i tempi sono stati decisamente più lunghi del previsto», e sfortunatamente Lazzaro era più grave di quando immaginavano. Da cucciolo «ha avuto la toxoplasmosi, che gli ha causato problemi agli arti. Ha le estremità delle zampe più piccole del normale, oltre agli arti posteriori a X e quelli anteriori a V».
Quando lo hanno trovato in ipotermia aveva anche «una frattura allo sterno, che ha ulteriormente aggravato i suoi problemi di postura». Ha seguito «per un mese in Val di Chiana una intensa riabilitazione, con esercizi in acqua e sul tapis roulant. Inizialmente non sembrava servire a molto, ma alla fine ci ha mostrato di saper alzarsi da solo». Ma a dare il colpo di grazia è stata poi una «caduta dal quarto piano, da cui è sopravvissuto con una frattura al gomito della zampa sinistra anteriore, l’unica che gli permetteva di alzarsi».
Lazzaro è stato operato cinque volte, ma non riesce a stare in piedi. Lui salta e cade. Fa degli agguati e cade. Gioca con la pallina e cade. «Cade sempre», racconta Elena, che nella vita, oltre a essere «una gattara», è stilista. Da un anno vive a Pechino e ha dovuto affidare Lazzaro ai suoi genitori, Paolo e Alessandra. Ma appena può torna a casa per stare con lui: «E’ un gatto dolcissimo e un gran giocherellone. E ogni volta che lo vedo sembra che abbia la lingua più lunga, per compensare la sua ridotta abilità di movimento per mangiare e lavarsi».
Nonostante la riabilitazione e le attenzioni continue, Lazzaro «non è un gatto indipendente. Ha bisogno che qualcuno gli stia sempre accanto. In questi anni abbiamo messo a punto una nostra routine, ci fa capire quando deve fare la pipì e si è abituato a venire con noi ovunque, al mare, in bici, al supermercato… è diventato un gatto-cane. E noi lo amiamo tantissimo per quello che è».
Fonte: LaStampa/LaZampa