Lancia due gatti dal Suv, uno muore. Giovane salva e adotta l’altro
Livorno, il racconto di un ventiquattrenne: “Ero dietro in macchina, ho visto tutto. Mentre lo soccorrevo mi ha riempito di graffi, ora si fida”
LIVORNO. Stava andando a trovare la sua fidanzata, quando da un Suv davanti a lui un passeggero ha lanciato due gatti chiusi in una scatola, uccidendone uno. È un dramma quello al quale ha assistito Mattia Doccini, un ragazzo di 24 anni di Terricciola, in provincia di Pisa, che è riuscito a salvare uno dei due animali, recuperandolo dal fossato e portandolo a casa sua, insieme agli altri cinque gatti che possiede.
Il folle gesto è avvenuto alle 15.30 di venerdì 31 gennaio lungo il raccordo fra la Fi-Pi-Li e l’uscita di Stagno. Il primo a denunciarlo è stato Franco Fantappiè, il responsabile dell’associazione Anpana. «Da un Kia Sportage grigio che viaggiava a 70 chilometri orari – ricorda Doccini – una persona ha aperto la portiera posteriore destra buttando la scatola sull’asfalto. Lì per lì ho pensato che fossero rifiuti, poi si è aperta e uno dei due gatti è rotolato in mezzo alla corsia, morendo travolto da una Fiat 500 che non si è nemmeno fermata a soccorrerlo. L’altro è finito dalla porte opposta, in un fossato. Sono riuscito a salvarlo: era impaurito e mi ha riempito di graffi. Ma l’importante era portarlo al sicuro»
Il gattino nero, di circa tre mesi e mezzo, lo ha chiamato “Inferno”. «Un nome giusto per ciò che ha passato, poverino». Inizialmente non si voleva neanche fare accarezzare, ora invece ha preso coraggio e ama il suo padrone riconoscendolo come il suo salvatore. «Si è integrato abbastanza bene, ci sono due femmine in casa: è come se avessero capito che ha paura».
Doccini non è riuscito a prendere il numero di targa del Suv grigio, né quello della 500 bianca per mettersi in contatto col conducente. «È successo in un secondo – conclude Mattia – e non ho pensato ad annotare la targa, che non ricordo. In quel momento la priorità era salvare il gatto». Quello, il ventiquattrenne, lo ha fatto egregiamente. E ora lo ha anche adottato: «Ci sono troppo affezionato».
Fonte: IlTirreno.it