Nel primo caso può essere dovuta ad una mancata socializzazione del gattino, in fase di sviluppo, con le persone, oppure ad un evento traumatico subito in un determinato periodo di vita, anche in età adulta.
Come capire che il gatto sta soffrendo di uno stato ansioso e di paura? Se vediamo il nostro piccolo amico accovacciarsi, tirare indietro le orecchie, dilatate le pupille, ringhiare e soffiare, sta sicuramente per manifestare la sua aggressività. In questo caso la cosa migliore da fare è lasciarlo in pace e permettergli di nascondersi se lo desidera. Ricordiamoci che in caso di paura o ansia, il gatto non attacca per offendere, ma per difendersi se si sente minacciato da un nostro avvicinamento.
L’ aggressività del gatto da frustrazione, invece si presenta in genere in quei gatti che sono stati fin damolto piccoli a contatto con uomo o hanno avuto uno svezzamento difficile. Questi soggetti, infatti, cercano spesso il contatto con l’ uomo e diventano aggressivi solo quando non ottengono una ricompensa attesa o anche semplicemente quando il pasto quotidiano non arriva puntuale.
Capita a volte che il gatto, soprattutto quello che vive in appartamento, venga privato della possibilità di cacciare delle prede reali, in questo caso si svilupa generalemtne un tipo di aggressività da comportamento predatorio ridiretto, appunto perchè non potendo cacciare, il felino dirige la propria attenzione sù qualsiasi altra cosa che si muove velocemente come, ad esempio le mani e le caviglie del padrone.
Di fronte a tale comportamento la soluzione più idonea è non gridare e non avere reazioni esagerate, perchè questo non farebbe altro che stimolare ulteriormente l’istinto predatorio del gatto che a quel punto non ritrarrebbe più le unghie e non inibirebbe più il morso.
Al fine di avere una migliore relazione con il proprio animale occorre sapere che i felini tollerano il contatto e le interazioni fisiche con l’ essere umano per un periodo di tempo limitato, superato il quale il gatto inizia ad afferrare il proprietario con gli artigli delle zampe anteriori , a scalciare con quelle posteriori e a mordere. A noi sembra che questo comportamento sia repentino, un momento prima lo stavamo tranquillamente accarezzando e poi… in realtà prima che inizi il suo attacco il gatto inizia ad irrigidirsi e porta le orecchie indietro fin oad appiattirle sulla testa e muove la coda con piccoli scatti decisi.. subito dopo l’ aggressione, inizia a leccarsi e pulirsi il pelo (grooming). Questo atteggiamento potrebbe essere dovuto all’ esistenza di terminazioni nervose del dolore che si sovrappongono a quelle del tatto creando una misto di eccitazione e dolore quando il gatto viene accarezzato.
Come abbiamo detto è molto più frequente che il felino manifesti la propria aggressività nei confronti dei propri simili. Contrariamente a quanto si pensa, il gatto non è un animale che vive facilmente in compagnia, o meglio lo fa se ha la possibilità di scegliere i propri amici, ma quando capita in convivenza con altri gatti che non entrano nelle sue simpatie, le aggressioni e gli scontri diventano all’ ordine del giorno. Nel caso di più gatti, si verificano spesso episodi di “bullismo” nei confronti di un individuo più debole. Si può parlare in questo caso di Mobbing, quando più gatti si coalizzano per tormentare un individuo isolato, impedendogli anche a volte di nutrirsi, e costringendolo a trovare riparo in un nascondiglio.
Il consiglio è quello di mantenere sempre separate per ogni gatto le aree per il riposo, l’ alimentazione e la toelettatura dei gatti, e nei casi più gravi di separarli per poi riavvicinarli progressivamente.
Da quanto scritto si evince un’ unica morale della favola: il gatto è un animale dalla psicologia complessa, come e quanto il cane; il trucco per una felice convivenza è quello di imparare a leggere il linguaggio posturale del proprio animale, ed essere consapevoli che anche lui può modificare i propri comportamenti nei nostri confronti.
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