Ma quando arrivano…
In Italia c’è un esercito di quasi 7 milioni e mezzo di gatti che aspettano ogni sera L’umano al focolare. Una tendenza in crescita che denota come siano ormai superate maldicenze e luoghi comuni (portatori di malattie, malfidati e opportunisti). Sono state anche riconosciute le loro capacità terapeutiche: la compagnia di un gatto è utile anche dal punto di vista psicologico (pet therapy), per questo spesso sono utilizzati in comunità di anziani e disabili. Dal 1978 esiste una dichiarazione dei diritti degli animali domestici, ispiratrice in Italia di disposizioni di legge come quelle contro l’abbandono e il commercio di pellicce di gatto (per farne una ci vogliono 24 esemplari) e di cane.
Ma, i gatti … CI AMANO? La risposta è sì, e anche molto. Ma ci amano “da gatti”
Ebbene: il sospetto che loro non ci amino può sempre venirci, in fondo in fondo. Sarà per quell’aria “da gatti” che hanno: silenziosi, distaccati, interessatissimi soprattutto al frigorifero e alle comodità, irresponsabili, egoisti, edonisti … Qualcuno ha detto “Se un cane ti salta in braccio, lo fa perché ti vuole bene. Se lo fa un gatto, è perché in braccio si sta più caldi.”
Seppur sorridendo, nessuno può dire che, tenendo questa meravigliosa creatura tra le braccia, non sia mai stato assalito dal dubbio che … noi o un divano, per lui, basta che sia morbido!.
Ogni gatto, tra l’altro, è un individuo a sè, con “gusti” molto diversi (e non solo per quel che riguarda l’alimentazione): alcuni gatti permettono che li si prenda in braccio, altri no; alcuni gatti si rigirano sulla schiena per farzi accarezzare, offrendoci una delle loro parti più sensibili, la pancia; altri non amano essere nemmeno toccati; alcuni si lasciano tenere in grembo soltanto se lo hanno deciso loro, ma mai per rispondere ad un nostro desiderio.
Ma sul fatto che i gatti possano amarci, non c’è dubbio.
Molte sono le storie di gatti che si sono ammalati e perfino lasciati morire, quando purtroppo si sono dovuti separare dai proprietari. Tali episodi dimostrano che i gatti sono capaci di sentire un profondo legame con noi, a tal punto che non sopportano che sia interrotto.
Ci sono però caratteristiche del gatto che non combaciano con quello che noi pensiamo debbe essere il comportamento di “qualcuno che ci ama”:: prima fra tutte, la sua resistenza a farci “contenti” come, per esempio, fa un cane rispondendo ai nostri desideri: i gatti non ci “ubbidiscono”, spesso non rispondono nemmeno al nostro richiamo, ignorandoci completamente o continuando a dormire tranquillamente o a sbrigare le loro innumerevoli faccende, se sono svegli.
Ma questo non significa che non provino attaccamento o sentimenti d’affetto per noi; dipende invece, in gran parte, dalla loro evoluzione che li ha portati ad essere dei piccoli predatori solitari, quindi meno adatti a realizzarsi in una relazione di dipendenza reciproca, come invece è accaduto ai cani. Per la mente di un gatto non esistono sufficienti buoni motivi per rispondere alle nostre richieste.