Le loro anime erano così collegate, che sono morte a quattro ore di distanza l’una dall’altra. Gli scettici parlano di una semplice coincidenza, tutti gli altri di un grande amore tra una gatta e la sua proprietaria. Gabby è una micia che era stata adottata alcuni anni fa da una coppia americana di anziani, che si è presa cura di lei come fosse una figlia.
Il nonno è morto pochi mesi dopo l’adozione dell’animale, e così la nonna, non potendosi occupare da sola di una casa così grande, si è trasferita con la gatta in un complesso di appartamenti per gli anziani autosufficienti. «Erano inseparabili, vivano l’una per l’altra – racconta la figlia della signora -. Gabby era la sua migliore amica: si capivano, si cercavano, erano sempre insieme».
Ma con il passare degli anni, hanno iniziato ad invecchiare entrambe. La micia era sempre più affaticata, la nonna sempre più malata e magra. «Quando mia mamma si è accorta della sofferenza dell’animale, la settimana scorsa, l’ha portata dal veterinario che le ha detto che non c’erano altre strade possibili: doveva sopprimerla – racconta la figlia -. Per mia mamma è stato un trauma, ma non aveva scelta. L’ha accarezzata e guardata negli occhi fino all’ultimo minuto di vita, sussurrandole parole dolci come aveva sempre fatto».
Poi la proprietaria è tornata a casa, si è coricata sul letto per fare un pisolino e non si è più svegliata. «Credo che mia mamma sia morta perché la perdita di Gabby le ha spezzato il cuore». Prosegue: «Le abbiamo seppellite insieme, perché sono convinta che stanno continuando ad amarsi ancora moltissimo, ovunque siano adesso».
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