Vedere un gatto che mangia un topo dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo. Dovrebbe. Magari in campagna, dove la catena alimentare non viene falsata dai frenetici ritmi urbani. Meno frequente è un avvistamento del genere sulla Cassia, a Roma, di un felino domestico. Non bastavano i gabbiani, grandi come cicogne, che ogni giorno devastano e smembrano i sacchi dell’immondizia lasciati fuori dai cassonetti. Non era sufficiente la cucciolata di cinghiali paparazzata a cercare cibo nell’indifferenziata in un placido pomeriggio di luglio.
A Natale del 2013 fu la volta dei maiali, avvistati a Boccea mentre frugavano tra la spazzatura non raccolta dall’Ama, ma non c’è bisogno di andare troppo indietro nel tempo. Solo quest’estate Virginia Raggi, in visita a Tor Bella Monaca, forse con eccessivo catastrofismo aveva parlato di “Emergenza serpenti”. Poco prima il Lungotevere era stato chiuso perché il guano degli uccelli aveva causato la caduta di diversi motociclisti. Solo non si vedono i due liocorni? È possibile, ma d’altronde si sa che quando l’assessore non c’è i topi ballano.
fonte: www.ilmessaggero.it
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