Sakè, il gatto camperista

Era una dolce serata di settembre: a Torino, mentre il cielo si scuriva nel blu e le luci della città iniziavano a regalare un’aura romantica, Sara e Paolo erano ancora del tutto ignari che la loro vita stava per cambiare per sempre. Lui quel venerdì sera era molto triste: un mese prima un’improvvisa complicazione renale si era portata via il suo bellissimo gatto Miele. Fu un colpo durissimo: Miele aveva solo cinque anni e Paolo adorava il suo micio, che aveva lasciato in mani sicure ai suoi genitori quando due anni prima aveva lasciato la famiglia di origine per trasferirsi a Torino. E così tra un sushi e un sashimi, il ristorante giapponese in cui Paolo e Sara si stavano coccolando, divenne teatro di un nuovo inizio. Cosa avete capito? No, la storia d’amore fra i due umani c’era già! Quella che stava per iniziare era un’altra storia d’amore!

Foto credit: Instagram/ilgattodicitturin

«Sai – disse Paolo giocherellando con il bicchierino vuoto del sakè – sto pensando che sarebbe bello avere un micio nella nostra vita… che ne dici se ne prendessimo uno?». Sara era rimasta per un attimo sorpresa da quella richiesta. Avevano già il cane Olimpia e Sara, soprattutto, non aveva mai avuto gatti! Ma dato che l’amore se ne infischia dei dubbi e delle difficoltà, Sara regala il suo sorriso migliore a Paolo, estrae il cellulare e si mettono subito a cercare online un piccolo da adottare. Pochi minuti dopo la navigazione, trovano l’annuncio di un privato: quest’uomo ha un gattino, che è mal tollerato dalla mamma gatta e per questo motivo vuole metterlo al più presto in adozione. Sara e Paolo non ci pensano troppo: fissano l’appuntamento per il giorno dopo.

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Racconta Sara: «Alle 14,30 ci troviamo puntuali al luogo stabilito. La nostra intenzione era solo vederlo, capire se era già svezzato e pronto per l’adozione. Vediamo arrivare due uomini, che molto frettolosamente ci mettono in mano questo piccolino e dicono “La gatta è vostra, altrimenti non sopravviverà fino a sera, arrivederci”. Io sgrano gli occhi, sono abbastanza sorpresa, ammetto di essere rimasta senza parole. Che cosa intendeva dire con quella frase? Presi dall’emozione e anche dalla paura che potesse capitare qualcosa di brutto, decidiamo di tenere la piccola. Gli uomini si sono già dileguati e nel frattempo, la gattina inizia a leccarmi le dita. Mi sembra troppo minuta per avere due mesi, anche Paolo è perplesso. Risaliamo in auto e andiamo subito alla ricerca di un veterinario per assicurarci che stesse bene. Il medico la visita e sostiene che non può avere più di una quarantina di giorni, non è una gattina ma un maschietto e lo abbiamo chiamato Sakè, perché amiamo il Giappone e perché ci ha letteralmente ubriacati d’amore».

Foto credit: Instagram/ilgattodicitturin

C’è grande entusiasmo e agitazione in casa di Sara e Paolo. Per fortuna Olimpia accetta subito il nuovo arrivato e non c’è da stupirsi: è una cagnolona dolcissima e paziente. E a proposito di Olimpia, è l’ora della passeggiata quotidiana. Sara non vuole lasciare a casa da solo il piccolo Sakè e allora decide di prendere un guinzaglino minuscolo per sicurezza: lo tiene accoccolato sulla spalla e… provano ad uscire di casa. Sakè è perfettamente a suo agio: non si muove dalla spalla di Sara, si guarda intorno tranquillo, nessun rumore lo spaventa e ha proprio l’aria di godersi la passeggiata. E da quella sera non ha più smesso di girare. Già perché i suoi umani, dopo lunghe riflessioni, decisioni ponderate e programmi dettagliati, decidono di mollare tutto e girare l’Italia e l’Europa con il camper. Dice Sara con tanta emozione nella voce: «Avevamo bisogno di ritrovarci, di sentirci di nuovo in contatto con il mondo, la natura e le persone. Io facevo l’igienista dentale libera professionista e iniziavo a tollerare sempre meno la vita di città, dentro di me la mia anima si ribellava a qualcosa che da troppo tempo la stava soffocando. Paolo era un informatico costretto al chiuso di una stanza… non ne potevamo più. Così abbiamo deciso per il camper e la prima vacanza di un mese in giro per la Danimarca, viaggio che ci ha decisamente fatto aprire gli occhi. Tornati a casa abbiamo iniziato a far girare il mappamondo sulla mensola del salotto ogni giorno, fino al fatidico momento della partenza. Così ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: se non ora, quando? Abbiamo fatto le nostre valutazioni economiche, le visite mediche di controllo dal veterinario e siamo partiti. Ovviamente con tutta la famiglia bestiale!».

Per chi ha lo stesso desiderio di libertà, ecco il consiglio di Sara: «Ascoltatevi, ascoltatevi per davvero, cercate di capire cosa desiderate realmente. Cercate di stabilire le necessità proprie e soprattutto quelle dei vostri animali. In viaggio il consiglio è di mettere il benessere degli animali al pari – se non prima – del nostro! Avere sempre scorte di acqua, fare attenzione alle temperature, scegliere i momenti meno affollati per visitare le città. Per noi non è mai un sacrificio, ma un valore aggiunto! Organizzazione e tanto spirito di adattamento sono caratteristiche imprescindibili ma chi ama un animale sa che queste cose loro ce le insegnano giorno per giorno».

Quando Sakè gira per le strade o i parchi, tante persone si fermano incuriosite e tempestano di domande i suoi bipedi: Sara e Paolo non ne sono infastiditi, anzi: «È bellissimo scambiare due parole, sorridersi e ritrovare l’umanità di parlarsi. E pensare che Sakè è il mio primo gatto: mi ha ridato una fiducia nell’amore incondizionato che negli ultimi due anni avevo un po’ perso. E Olimpia, lei c’è sempre, basta un suo sguardo ad annullare per un attimo tutti i pensieri negativi o pesanti che alle volte transitano ancora sul mio cuore».

Sui social Saké è noto anche come il Gatto di Cit Turin, il quartiere torinese dove ha iniziato a vivere con la sua famiglia umana. Potete seguire le avventure di Saké, Olimpia, Sara e Paolo su Instagram: e su Facebook

 

di * Monica Marelli è divulgatrice scientifica e artista de La Bottega dei Piumini