Sassee, l’angelo che non lascia soli i gatti randagi di New York ai tempi del coronavirus

C’è una donna che durante il confinamento del coronavirus si sta prendendo cura dei gatti randagi di New York spendendo circa 600 dollari al mese per nutrirli. Si chiama Latonya – detta Sassee – Walker, ha 50 anni, e lavora come impiegata alla «New York City Health and Hospitals Corporation», una società che gestisce gli ospedali pubblici e le cliniche della città di New York. Lei ha cominciato 10 anni fa ad occuparsi dei felini senza una casa del quartiere Canarsie di New York, ma dall’inizio della pandemia il numero dei gatti randagi è raddoppiato insieme al costo delle visite veterinarie.

Latonya di solito si prendeva cura di quattro colonie vicino a casa sua, ma negli ultimi mesi si sta occupando di un numero di gatti decisamente superiore nella città di New York. Se prima infatti gli anziani nutrivano un gran numero gatti nelle zone in cui vivevano, adesso che non possono più uscire di casa ha cominciato a farlo lei.

La donna spende circa 600 dollari al mese per nutrire i felini, cercando di raggiungere il maggior numero possibile di gatti, ma questo mese probabilmente spenderà di più anche perché gli animali oltre a non avere più le gattare che fornivano loro il cibo, non trovano neanche gli avanzi dall’immondizia dei ristoranti.

«Prima la ASPCA, la Società Americana per la Prevenzione della Crudeltà verso gli Animali si occupava dei gatti gratuitamente – dice – ma ora è chiusa, e allora io vado da un veterinario privato a Coney Island che per le visite dei mici mi fa un grosso sconto». Questo è un costo ulteriore per le tasche della donna, che ultimamente ha speso 500 euro per le cure dei gatti di strada. Latonya al momento vive insieme a 7 gatti domestici e 6 randagi, che si stanno riprendendo in seguito ad alcuni interventi chirurgici.

«Questi mici non hanno idea di quello che sta succedendo nel mondo, perché alla fine per loro non è cambiato nulla – racconta -. Io sono fatta così: se vedo un gatto in difficoltà non riesco a non fare nulla. Se posso cerco di fare il possibile per rendere la vita migliore a questi animali».

Fonte: LaZampa