STERILIZZARE! .. PERCHE’?
Premesso che:
Ciascuno di noi ha le sue idee e le sue esperienze riguardo al problema riportiamo qui solo articoli da fonti attendibili.
Fonte: Protezione Micio onlus
Protezione Micio O.N.L.U.S. è un’ associazione di volontariato senza fini di lucro, promossa da persone accomunate da anni di “militanza gattofila”. Sede sociale in Corso Peschiera, 325 – 10141 Torino.
PERCHE’ E’ INDISPENSABILE STERILIZZARE LA PROPRIA GATTA?
Partiamo dal presupposto che chi ha adottato una gatta la ami e la voglia con sé il più a lungo possibile. Io, proprietario di una femmina, mi pongo come unico obiettivo il suo benessere, non mi importa di prevenire il randagismo, voglio solo che la mia piccola stia in salute, sia il più felice possibile e mi lasci il più tardi possibile. La gatta diventa, quando amata, una vera e propria componente della famiglia, alla stregua di un figlio o un compagno. Perché dunque sottoporla a questa operazione, che non consiglierei certo a mia sorella o alla mia migliore amica??
La prima cosa da capire è che la gatta non è una donna. La gatta non può scegliere di fare figli con chi e quando, non può scegliere di prendere la pillola o di non accoppiarsi o di proteggersi dal rischio della malattie mortali sessualmente trasmissibili. Secondo voi se una gatta fosse consapevole di dover andare in calore in continuazione, dover accoppiarsi più volte con il maschio che le capita non sapendo se per questo verrà contagiata da FIV – FeLV, sapendo che da questo ne verrà fuori una gravidanza e dei gattini da partorire, accudire e sfamare, e questo 3 volte all’anno… secondo voi cosa sceglierebbe?
Una gatta in calore sta male, anche al primo calore e anche se viene coperta.
L’uomo tende a concepire i rapporti sessuali tra i gatti paragonandoli a quelli dell’uomo, come un fenomeno di relazione sociale piacevole tra loro: l’unico piacere che provano è la cessazione di un malessere acuto che crea l’istinto irrefrenabile all’accoppiamento, sebbene questo NON sia piacevole di per sé.
Una gatta non prova alcun godimento nel rapporto sessuale, anzi il rapporto sessuale (sia il primo che i successivi) è molto doloroso: il maschio ha sul pene degli uncini che utilizza nel rapporto sulla vulva della femmina per indurre l’ovulazione. Non a caso, se avete mai assistito a un accoppiamento fra gatti, avrete notato che non appena finisce l’atto la gatta soffia e manda via a zampate il gatto, poiché le ha fatto male.
Partorire e andare in calore è molto più doloroso e pericoloso (infezioni, tumori, malattie sessualmente trasmissibili, complicanze nel parto) che non l’operazione.
Lasciare una gatta in calore libera di accoppiarsi la mette a rischio di contrarre malattie letali quali FIV e FeLV. Le vaccinazioni non la proteggono poiché il vaccino per la FIV non esiste e il vaccino per la FeLV, se avete fatto il regolare richiamo ogni anno, copre al 70-80% (se non è stato fatto il richiamo copre zero).
Le femmine di gatto selvatico (intendendo i veri selvatici dei boschi non i randagi cittadini) vanno in calore una volta all’anno massimo, facendo 1-2 cuccioli per gravidanza. L’uomo ha distrutto i suoi ambienti naturali e li ha addomesticati, e le gatte ora hanno più calori durante l’anno e fanno numeroso piccoli. Non si può più fare secondo natura, con cui abbiamo interferito. L’uomo ha la responsabilità e il dovere morale di limitare le sofferenze a gatte e gattini.
Una femmina integra andrà costantemente soggetta a periodi di estro (calore), che in appartamento potranno non subire pause per tutto l’arco dell’anno, poiché la gatta non viene coperta.
Se non desiderate che resti gravida (il che avviene nel maggior numero dei casi dato che il rilascio dell’ovulo maturo – a differenza del cane o dell’uomo – viene provocato proprio dall’accoppiamento), dovrete tenerla accuratamente confinata, mentre lei soffrendo tenterà di scappare e i maschi integri presenti nel raggio di 2 km tenteranno di raggiungerla (si hanno notizie di gatti entrati nelle case passando dai condotti di aspirazione dei camini!).
Durante l’estro è a volte possibile che anche la gatta possa “spruzzare”, esattamente come un maschio integro, un’urina di odore penetrante. Sicuramente invece ci farà capire che non sta bene: dimostrerà irrequietezza, prolungati miagolii con tono acuto e un inusuale comportamento languido, rotolandosi per terra ed esponendo i genitali. Se non subentra una gravidanza, dopo 2 o 3 settimane inizierà un successivo ciclo di calore. Se invece rimane gravida, dovrete preventivare l’aumento di spese relative alle visite veterinarie, al cibo necessario durante l’allattamento e a quello necessario per lo svezzamento dei cuccioli (la gravidanza dura circa 2 mesi, e lo svezzamento si completa dopo i 2 mesi di vita dei cuccioli). Se non potete o volete tenerli con voi dovrete anche considerare il tempo necessario per trovare una buona sistemazione ai cuccioli. E anche se siete sicuri di riuscire a dare una casa meritevole a tutti avrete comunque alimentato il circolo della sovrappopolazione (una gatta può essere all’origine di più di 200 discendenti in meno di 2 anni!).
Nelle gatte non sterilizzate che non possono uscire e sono vergini si verifica col tempo un’alta incidenza di cisti ovariche e malattie uterine. Fra queste ultime particolarmente pericolosa è la piometra, una particolare degenerazione fisiologica nella quale si ha un graduale ispessimento dell’utero che produce un’infiammazione cronica. Col tempo compaiono secrezioni di materiale suppurativo dalla vulva, lentezza, gonfiori addominali e generale debilitazione organica. Le gatte sterilizzate non vanno ovviamente incontro a questo tipo di problemi.
Nelle gatte non sterilizzate e che hanno avuto diversi calori e cucciolate è altissima l’incidenza di tumori all’ovaio, all’utero o alla mammella. Una gatta sterilizzata PRIMA del primo calore (attorno ai 6 mesi) ha un rischio NULLO di sviluppare queste malattie. Una vecchia convinzione riteneva che facendo fare una cucciolata si aiutasse la femmina a non morire di cancro alla mammella. In realtà nulla è più sbagliato di questa convinzione, è chiaro che con l’accoppiamento e il parto i valori ormonali andranno alle stelle e ricordiamo che sono gli ormoni i responsabili del cancro alla mammella nelle femmine. Se sterilizziamo DOPO il primo calore la possibilità che la femmina abbia tumori mammari sale all’ 8%, dopo il secondo calore sale al 26% e più calori ci sono meno si riesce a contenere il rischio tumorale. Dopo i tre anni, sterilizzare una femmina NON previene più tumori alla mammella. Quasi la totalità delle femmine non sterilizzate sviluppa delle cisti/tumori mammari. Nel 50% dei casi il tumore è maligno, nel rimanente è benigno, ma con gli anni se non operato si trasforma in maligno. Sterilizzare una gatta anche dopo i tre anni è comunque utilissimo per la prevenzione dei tumori all’ovaio e all’utero (indipendentemente dal’età a cui la si sterilizza) poiché questi vengono asportati e, anche se la gatta ha subito anni di bombardamento ormonale continuo, la rimozione di utero e ovaie previene totalmente da quel momento in poi che si sviluppino patologie tumorali a questi organi.
La gatta può tornare in estro a breve distanza dal parto: se dopo una gravidanza indesiderata decidete di farla sterilizzare, cercate di programmare l’intervento non appena sarà possibile (consultate il veterinario, soprattutto in relazione agli attuali cuccioli: mamma gatta non sarà in grado di occuparsene, nei giorni successivi).
Una gatta sterilizzata vive statisticamente più a lungo e soprattutto vive meglio.
Le associazioni protezionistiche hanno pochi mezzi e nei periodi di nascite sono sommerse da gattini da accasare, frutto anche della disinformazione di chi non sterilizza i propri gatti e dalle nascite dai gatti liberi. Molti gattini liberi sono destinato a soffrire e morire, e le malattie si diffondono, per questo si impiegano tante energie a sterilizzare i randagi… almeno le gatte con un padrone dovrebbero ricevere da lui questo favore, perché la sua fiducia e affetto valgono ben una piccola spesa.
Prima di fare nascere dei cuccioli pensateci bene, anche se riuscirete a dare una casa a tutti: ogni volta che facciamo adottare un cucciolo con successo togliamo effettivamente una preziosa possibilità di affidamento a uno dei tanti custoditi nei gattili o che si trovano nelle colonie e che hanno davvero bisogno di una casa. Inoltre, a meno che non sia un vostro parente stretto o il vostro migliore amico che adotta tutti i gattini, non avrete mai la certezza che si tratti di persone fidate e che tratteranno i gatti come meritano e che a tempo debito li sterilizzaranno. Credete che tutti i gatti chiaramente abbandonati che arrivano nei gattili non siano stati ceduti in origine con la convinzione che andassero a stare bene?
Se proprio non volete rinunciare all’”emozione” di vedere nascere o svezzare dei gattini piccoli contattatemi in primavera/estate qualche gattile o associazione o visitate i siti dedicati ai nostri amici pelosi: non è affatto raro che in periodo di nascite ci sia bisogno di uno stallo temporaneo di qualche gatta incinta o dello svezzamento artificiale di gattini orfani.
PERCHE’ E’ INDISPENSABILE STERILIZZARE IL PROPRIO GATTO?
Partiamo dal presupposto che chi ha adottato un gatto lo ami e lo voglia con sé il più a lungo possibile. Io, proprietario di un maschio, mi pongo come unico obiettivo il suo benessere, non mi importa di prevenire il randagismo, voglio solo che il mio piccolo stia in salute, sia il più felice possibile e mi lasci il più tardi possibile. Il gatto diventa, quando amato, un vero e proprio componente della famiglia, alla stregua di un figlio o un compagno. Perché dunque sottoporlo a questa operazione, che non consiglierei certo a mio fratello o al mio migliore amico??
Un maschio integro è maggiormente indotto a “spruzzare” su alberi, muri, e superfici verticali in genere, per marcare il territorio. Ma soprattutto la sua urina mantiene unodore caratteristico, persistente e nauseabondo, che ne rende quasi impossibile la coabitazione in appartamento. Un maschio castrato in età adulta potrebbe ancora “spruzzare” (problema evitabile castrando il gattino non appena i testicoli sono scesi, indicativamente dai 6 mesi in poi – dipende da gatto a gatto e a seconda della razza) ma certamente l’urina perderà il caratteristico odore, rendendo meno difficoltosa la pulizia delle superfici.
Se libero di uscire, sarà spesso coinvolto in zuffe e combattimenti con altri maschi, il che lo predispone a un grande rischio di infezioni, mutilazioni, e soprattutto a contrarre malattie quali FIV (l’aids felina) e FELV (leucemia felina), malattie piuttosto diffuse e mortali. Le zuffe e gli accoppiamenti sono le maggiori cause di contagio. Dopo la castrazione verrà a mancare il motivo principale per cui il vostro micio tende a ingaggiare battaglia con gli altri gatti. Non “perderà la dignità” nei confronti degli altri gatti, semplicemente non sarà più un rivale nella spartizione delle femmine in calore.
Con le gatte in calore in giro (sentono il calore ad un raggio di 2 km!!) avrà l’impulso di scappare, potrebbe sparire per giorni nel periodo degli accoppiamenti, e tenderà a vagabondare per un più vasto territorio (circa 10 ettari), esponendosi ad un numero molto maggiore di pericoli, che statisticamente ne riducono di qualche anno l’aspettativa di vita. Invece se castrato e libero di uscire, il suo raggio territoriale sarà molto più limitato (appena superiore a quello di una femmina, circa 1 ettaro). E sarà perfettamente adattabile come gatto da appartamento.
Se non libero di uscire soffrirà da matti al richiamo delle femmine in calore (basta una gatta sui tetti o sul balcone del vicino), sarà irriconoscibilmente inquieto e miagolerà disperatamente per uscire, soprattutto la notte. Negli anni accumulerà nervosismo e aggressività.
Accoppiandosi con gatte libere e non sterilizzate (che chissà quanti calori hanno già avuto) sarà sottoposto a un grandissimo rischio di contrarre malattie quali FIV e FeLV, trasmissibili sessualmente (basta un solo contatto sessuale con una gatta positiva a uno di questi virus).
Contrariamente ai luoghi comuni, non diventerà più pigro o più grasso nè perderà il suo istinto cacciatore o cose simili. Infatti la castrazione non influisce affatto sul carattere del gatto e sul rapportarsi con il mondo esterno; dopo i 12-18 mesi di vita tutti i gatti, e in particolar modo quelli che non hanno la possibilità di uscire, tendono a impigrirsi, dormono più a lungo e giocano molto meno: questo dipende dal fatto che il gatto è cresciuto, dal carattere che si è delineato e dalle opportunità di gioco che gli vengono offerte. Un’alimentazione corretta permetterà il mantenimento di un peso ottimale (le esigenze caloriche di un gatto castrato, mancando l’azione anabolizzante del testosterone, sono del 25% inferiori rispetto a quelle di un maschio integro).
Un gatto sterilizzato è statisticamente più longevo e, soprattutto, vive meglio.
L’operazione dura 5 minuti ed è banalissima, il gatto dorme e non sente alcun dolore, né prima né dopo: viene incisa la pelle che contiene i testicoli, essi vengono asportati e vengono legati i vasi che irrorano la zona. Appena ripreso dall’anestesia il gatto salterà giocherà e farà tutto come prima, l’operazione è talmente poco invasiva che la convalescenza si può misurare in ore, giusto il tempo di smaltire la sedazione. Alcuni veterinari non danno neanche un punto esterno poiché la ferita è così piccola che si chiude spontaneamente nelle 24 ore successive.