Tamara Tarnawska, l’attivista che si rifiuta di lasciare Kiev: «Non abbandonerò i miei animali»

Tamara Tarnawska, attivista e fondatrice del rifugio Sos Animal Kiev, con lo scoppio della guerra ha trovato riparo nella metropolitana, ma il rifugio è sull’orlo del disastro.

È stata una delle più battagliere e accanite detrattrici del presidente ucraino filorusso Viktor Yanukovich, in carica dal 2010 al 2014 e ritenuto il responsabile del massacro di cani e gatti randagi disposto per gli Europei del 2012. Ha rischiato più volte il carcere e anche la vita, combattendo contro i “dog hunter”, e oggi Tamara Tarnawska, ex giornalista di origini norvegesi con un passato all’Onu di Ginevra, sta affrontando un’altra emergenza. Stavolta ancora più pericolosa, perché il suo rifugio, Sos Animal Kiev, che ospita 1.000 cani e 300 gatti, è sotto le bombe della guerra in Ucraina. E Tarnawska si rifiuta di lasciare la città, consapevole che senza di lei gli animali moriranno.

L’attivista, a Kiev ormai da oltre 10 anni, ha trovato riparo in una delle stazioni della metropolitana, dove è rimasta bloccata: a Lematin.ch ha raccontato, in una telefonata disperata, di avere a malapena cibo per sé, e che i suoi animali stanno lottando per la vita accuditi dal responsabile del rifugio e da due aiutanti che non sono idonei al servizio militare e possono quindi rimanere a dare una mano. Il rifugio si trova a 10 chilometri dalla capitale ucraina, accerchiata dalle truppe russe: impossibile per Tarnawska raggiungerlo, e anche occuparsi dell’approvvigionamento di cibo e altri generi di prima necessità.

«Non ho più soldi, le banche sono chiuse e i bancomat non funzionano più – ha detto nella stessa telefonata – abbiamo poco, cracker, acqua, a volte una bevanda calda. Ma chi ha di più dà, la solidarietà in Ucraina esiste». Il problema è il cibo per gli animali: sfamare 1.000 cani e 300 gatti richiede grandi quantità di alimenti, e sia acquistarli sia farli arrivare al rifugio sta diventando sempre più complesso.

La mobilitazione di associazioni nazionali e internazionali: «Dobbiamo aiutarla»

A dare una mano a Tarnawska ha pensato Natasha Mazur, direttrice del canile municipale di Kiev e della clinica veterinaria, che è riuscita nei giorni scorsi a far arrivare all’Sos Animal Center 500 chilogrammi di cibo. Anche la onlus svizzera Auxan.org sta raccogliendo fondi per il rifugio e ha già inviato una parte di donazioni per consentire l’acquisto di cibo. La situazione però si fa sempre più complessa, anche alla luce del fatto che il numero di animali, a fronte di salvataggi e abbandoni, sta aumentando, e che è inevitabilmente destinato ad aumentare ancora nelle settimane e nei mesi a venire.

Altre raccolte fondi sono state organizzate da Tomi Tomek dell’associazione SOS Chats di Noiraigues, che si è mobilitato collaborando in Francia con la Fondazione Brigitte Bardot (che sta collaborando anche con Save the Dogs di Sara Turetta) attraverso i siti di entrambe le associazioni. Tomek ha chiesto aiuto anche al rifugio St-Franziskus di Amburgo, il cui presidente si occuperà di noleggiare un camion che trasporterà cibo e medicine al rifugio quando la situazione lo consentirà. Una raccolta fondi online è stata inoltre aperta anche sul teaming.net, una piattaforma che consente di donare un euro al mese, ogni mese, per sostenere cause sociali.

«Per 24 anni questo rifugio ha funzionato solo con aiuti internazionali – spiegano gli organizzatori, tra cui figura anche Auxan – Senza donazioni regolari è destinato a dichiarare bancarotta. Dobbiamo aiutarla: Tamara, i suoi 4 dipendenti e i suoi animali devono far fronte alla terra e combattere anche contro le organizzazioni locali di “dog hunter”».

articolo di Andrea Barsanti

fonte: www.kodami.it

 

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