Non è servito a nulla l’aiuto di chi l’ha presa, le ha trovato una casa, una cuccia calda nei mesi freddi. Lei ha resistito un paio di giorni poi è scappata, è tornata davanti alle porte di vetro per non perdere il momento in cui uscirà la persona con cui ha diviso giorni e notti, fusa e grattini. Lei ne pare certa, tanto che i dipendenti dell’ospedale che prima hanno tentato di trovarle un’altra soluzione, ora l’hanno adottata, le hanno sistemato una cuccia per riscaldarsi, le portano cibo tutti i giorni e l’hanno chiamata “Tenny”. In onore della sua tenacia, la sua testardaggine, il suo non volersi arrendere aspettando in mezzo alla folla chi, entrato per curarsi, ricoverata per un malore, forse non c’è più.
Fonte: La Repubblica
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