Il Turco Van è una razza di gatti, originari del Lago di Van in Turchia. Questo piccolo felino è famoso per la colorazione peculiare del suo mantello (generalmente bianco, con coda colorata e macchie di colore sulla fronte), e per il suo leggendario amore per l’acqua.
Le radici del Turco Van sprofondano nella notte dei tempi, anche se le notizie che abbiamo sono rare e molto approssimative. Sembra che il gatto di Van fosse già noto ai tempi dell’occupazione romana dell’Armenia, e che le tribù del luogo avessero dipinti gatti di questa varietà sui loro vessilli di guerra e sulle loro armature. Al di là di questo dettaglio, la storia antica del Turco Van si fonde e si confonde con quella del Turco Angora, perché nel paese d’origine di questo la distinzione tra le due razze non è percepita uniformemente.
È documentato che attorno al 1400 si tenessero in Vicino Oriente fiere alla quali partecipavano gatti a pelo semilungo da molte regioni mediterranee e asiatiche. In alcuni documenti di queste fiere si fa menzione a gatti originari della Turchia, dotati di pelo setoso e fluente. Più tardi, attorno al 1600 cominciarono ad arrivare in Europa gatti a pelo lungo, quali omaggi alla nobilità e alle casate reali da parte di sultani turchi. Il Fabri de Peiresc importò in Francia parecchi esemplari, e stabilì un fiorente e rinomato allevamento verso la metà del Seicento. I suoi gatti vennero acquistati dai reali di Francia, da Richelieu e da gran parte della nobiltà francese.
Il della Valle in Italia tentò un progetto simile, senza successo. Con il passare degli anni i gatti “francesi” (anche noti come al tempo come gatti d’Angora) spopolarono nei ceti alti di tutta Europa e approdarono anche in America. Alla fine dell’Ottocento però il gusto dei gattofili di tutto il mondo si orientò verso gatti più rotondi e massicci, ed i cosiddetti Angora vennero incrociati con altri gatti per creare il Persiano. La nascita del Persiano portò l’Angora all’estinzione in Europa ed in America.
In Turchia, quello che noi ora conosciamo come Turco Van ha continuato a vivere in stato semi-domestico nelle sue regioni d’origine, mentre nella variante completamente bianca (Vankedisi) è stato protetto e allevato come l’Angora Turco. Il governo turco, stimolato da una credenza popolare secondo cui il grande statista Ataturk si sarebbe reincarnato in un gatto a pelo semilungo bianco, dichiarò la varietà bianca tesoro nazionale, fece internare tutti gli esemplari negli zoo turchi e promosse un rigoroso programma di protezione ed allevamento.
Nel 1955 le inglesi Laura Lushington e Sonia Halliday si trovavano nella parte est della Turchia per un viaggio personale. Affascinate dalla popolazione felina locale, che rassomigliava moltissimo ai vecchi gatti d’Angora inglesi ormai perduti da mezzo secolo, le due signore inglesi ottennero due gatti bianchi con coda e macchie sulla testa rossa, macchie che rappresentavano l’unica differenza rispetto al candido Angora di fine ottocento.
Una volta in patria, Laura Lushington fece riprodurre i due mici ottenuti, e notò che la progenie ripeteva i tratti e la colorazione dei genitori, incluso il colore ambra degli occhi. La Lushington capì quindi di trovarsi di fronte ad una razza naturale di gatti, e decise di intraprendere la via dell’allevamento, procurandosi ulteriori gatti. Fu proprio durante uno dei viaggi di ritorno dalla Turchia, che la Lushington notò che i suoi gatti non erano intimoriti dall’acqua, caratteristica che li avrebbe in seguito resi famosi.
Il Turco Van fu riconosciuto dal GCCF nel 1969 nella variante rossa ad occhi ambra; altri colori del mantello e degli occhi vennero riconosciuti in seguito. Il riconoscimento della razza si propagò alle altre associazioni, e venne riconosciuta negli USA nel 1980. Nella Turchia dell’est la colorazione favorita è il Turco Van bianco (Vankedisi), ancora non riconosciuto in Europa, con un occhio ambra ed uno verde. Per preservare questi gatti l’università veterinaria di Yuzuncu Yil sta portando avanti un programma di allevamento. La questione circa il riconoscimento del Vankedisi è ancora molto discussa e complessa.
La leggenda vuole che quando finì il diluvio universale Noè avesse non poche difficoltà a mantenere la calma dei suoi passeggeri animali, mano a mano che l’arca si avvicinava alle appena riemerse pendici del monte Ararat. Due gatti bianchi riuscirono a sfuggire al controllo di Noè, si lanciarono in acqua e si misero a nuotare verso la terra ferma. Via via che le acque si ritiravano lasciando emergere nuove terre, i mici cominciarono a scendere a valle, e quando lasciarono le montagne per unirsi agli uomini Allah li benedisse toccandoli sulla testa, affinché aiutassero gli uomini a cacciare i topi. E dove Allah toccò i due animali vi lasciò, in rosso, le impronte della sua mano.
Un’altra leggenda racconta che Allah, di passaggio al lago Van, vide un gatto tutto bianco dentro l’acqua. Credendo che il micio stesse affogando, Allah lo prese per la testa e la coda portandolo in salvo. Poco tempo dopo vide altri gatti bianchi tuffarsi nel lago ed iniziare a nuotare, e così capì che in realtà il gatto da lui salvato non era affatto in difficoltà; lì dove era stato toccato da Allah, il gatto aveva il pelo rosso. Da lì in avanti il gatto Van fu detto anche “gatto di Allah”.
In Turchia la razza Turco Van in quanto tale non esiste, così come non esistono l’Angora Turco, l’Anatolian e il Van Kedisi. In Turchia i gatti vengono differenziati a seconda della varietà di pelo e del colore degli occhi. Così il bianco ad occhi azzurri è noto come Ankara kedi, il bianco con gli occhi impari viene chiamato Van kedi, il silver tabby è detto Teku, il red tabby Sarman e il gatto con colorazione van viene definito Kinali Kedi. In Turchia gli unici gatti che vengono allevati di proposito negli zoo e nelle case private sono l’Ankara kedi e il Van kedi, mentre gli altri sono in genere lasciati alla vita randagia.
Powered by WPtouch Mobile Suite for WordPress