Un gatto ha permesso ad una donna autistica di trasformare la sua vita e aiutare gli altri

Un legame indescrivibile. E’ quello che il gatto Arthur ha instaurato con Kylie Turner, contribuendo a trasformarle la vita e a farle superare le paure.

Kylie ha 29 anni, vive a Bournemouth, in Inghilterra, ed ha la sindrome di Asperger. Da sempre è stata una persona isolata e riservata. Ma da novembre tutto è cambiato. Ad aiutarla ad uscire dal suo guscio e a relazionarsi con il mondo che la circonda è stato proprio questo bel micio persiano, che cinque mesi fa è diventato il suo «animale guida».

I due non si separano mai. E la presenza di Arthur riduce in Kylie lo stress e l’ansia, aumentando la sua autostima e migliorando le sue abilità sociali. Il gatto affianca la donna in ogni momento della giornata, in casa ma soprattutto fuori.

Non lo tiene in una borsa ma nella giacca o in un marsupio, in modo da non interrompere mai il contatto visivo e tattile. Insieme vanno a fare la spesa, a passeggio, anche in spiaggia e al pub.

«Ha cambiato la mia vita. Con lui sono una persona diversa e in sua compagnia per me è molto più facile uscire di casa. Non so cosa farei senza di lui», racconta la donna, che ha passato gran parte della sua vita «bloccata dal terrore».

Arthur non è un gatto addestrato. Ma un comune micio adottato in un gattile. «Quando mi hanno diagnosticato l’Asperger è subito cambiato il modo in cui le persone interagivano con me. E questo mi ha scioccato e rattristato. L’autismo non ti rende una persona inferiore e nessuno merita di essere trattato in un modo diverso», afferma Kylie.

«Ora la gente si avvicina a me, facendo domande e complimenti al mio bel gatto. Mi chiedono perché lo porto sempre con me e io gli rispondo che “è parte della squadra”» E ora la donna ha anche deciso di aiutare gli altri partecipando al servizio di supporto per le persone con autismo della città di Bournemouth. Insieme ad Arthur, ovviamente.

«Mi piacerebbe rendere migliore la vita delle persone affette da autismo, sensibilizzando anche gli operatori dell’assistenza sanitaria e sociale con la mia esperienza diretta. La mia speranza è che, grazie ad una maggiore sensibilizzazione sull’argomento, sempre più persone potranno essere in grado di ottenere l’aiuto e la comprensione di cui hanno disperatamente bisogno».

 

Articolo di N

Fonte: www.lastampa.it