Io sono un gatto non un animale domestico
C’è chi pensa ancora di poterlo trattare come un cane o un animale da fattoria: niente di più sbagliato. Il gatto non è al nostro servizio. Se addomesticamento significa farsi comandare a bacchetta, allora proprio non ci siamo: lui fa come gli pare, punto. Partiamo dal presupposto che è perfettamente in grado di vivere allo stato brado. Basta guardarsi intorno, in qualsiasi angolo del mondo: gatti che gironzolano per i villaggi turistici facendosi nutrire dai turisti, altri che vivono in fattorie e stalle dando la caccia ai topi, altri ancora che se ne vanno a zonzo per le grandi città, aspettando l’imbrunire per cercare avanzi in cestini e cassonetti della spazzatura.
Il gatto è geneticamente programmato per adattarsi, gli bastano un riparo dalle intemperie e qualcosa da mettere sotto i denti e poco importa che si tratti di dare la caccia a un topo o a pezzi di hamburger. Perfino gli esemplari domestici, allontanati per un qualsiasi motivo dalla propria casa, sono in grado di sopravvivere per lungo tempo. Randagi o coinquilini degli uomini, credo non esista luogo al mondo che i gatti non siano riusciti a colonizzare. Sono dappertutto: nella parte più remota del bush australiano, lontani centinaia di chilometri da un qualsiasi esemplare umano o su piccole isole disperse nelle acque degli oceani, discendenti dei gatti giunti coi primi esploratori.
Il gatto come membro della famiglia appartiene a una specie incredibilmente prospera e di successo. La crescita inarrestabile della popolazione umana costringe i felini selvatici di tutte le dimensioni in zone sempre più limitate, condannandoli ad un destino sempre più cupo. I piccoli cugini amici dell’uomo, invece, hanno letteralmente conquistato il pianeta, tanto che una stima recente parla addirittura di circa seicento milioni di esemplari.
Un gatto di casa non sterilizzato può essere ‘sfrattato’ e riuscire a sopravvivere abbastanza a lungo da fondare una propria colonia di randagi. La maggioranza degli esemplari che, per un motivo o per l’altro, perde la propria casa fa di tutto per trovarne un’altra, anche perché, inutile dirlo, alla dura vita della strada e ai suoi mille espedienti manca il fascino di pasti regolari, il delizioso tepore del riscaldamento e letti morbidi. L’apice lo si raggiunge con la gattaiola, che permette a Micio di godersi il meglio di entrambe le vite: riparo e cibo assicurato fra le mura di casa e grandi battute di caccia all’esterno.
Quindi, se potesse scegliere, forse ogni gatto preferirebbe un tetto sopra la testa e la ciotola sempre piena; tanto è vero che alla maggior parte di noi accade di adottare un micio quasi per caso, quando un randagio s’intrufula in giardino o inizia a starsene seduto davanti alla nostra porta. Uno o due pasti più tardi, lo stesso ospite inatteso avrà preso maggior confidenza e deciderà che quella è la casa che fa per lui. Ed è questo uno degli aspetti più affascinanti del rapporto gatto-uomo, il fatto che quasi sempre sia il primo a condurre il gioco.